La
rottamazione, è stata solo un’astuta operazione mediatica che prescinde
dalle esperienze, dalle competenze, dalle storie della nostra classe dirigente
politica: si è fatto come al solito, di tutta l'erba, un fascio. Così come è stata strutturata, è stata solo una idea di azione distruttiva, portata avanti da chi
rivendicava la leadership di un partito.
Quando
mancano le idee, è più comodo ricorrere al populismo, indispensabile per
incantare le masse facendo leva sulla profonda disaffezione dell'opinione
pubblica verso i leader, un tempo padroni pressoché incontrastati del nostro
paese.
Tutto questo
rende la rottamazione, una sorta di formula magica capace di risollevare le
sorti italiane. Un miraggio che rischia di essere pericoloso, com’è sempre
stata la caccia ai capri espiatori.
Io avrei accettato una lotta forte e aspra, all'incompetenza di una
parte della classe dirigente politica e all'inerzia che, definisco
l'abdicazione della ragione e non un facile populismo. Il pericolo è che la
sostituzione dei "rottamati", con una nuova classe dirigente che ha
gli stessi difetti, sia la garanzia per la prosecuzione della crisi in Italia.
Se poi i giovani che ci dovrebbero rappresentare, sono quelli che abbiamo visto
in alcuni Consigli Regionali, preferisco non rottamare e affidarmi
all'esperienza, infatti, il risveglio dall'illusione del ricambio
generazionale, rischia di essere ancora più amaro della delusione che l'ha
partorita.
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