domenica 14 dicembre 2014

Che delusione

La rottamazione, è stata solo un’astuta operazione mediatica che prescinde dalle esperienze, dalle competenze, dalle storie della nostra classe dirigente politica: si è fatto come al solito, di tutta l'erba, un fascio. Così come è stata strutturata, è stata solo una idea di azione distruttiva, portata avanti da chi rivendicava la leadership di un partito.
Quando mancano le idee, è più comodo ricorrere  al populismo, indispensabile per incantare le masse facendo leva sulla profonda disaffezione dell'opinione pubblica verso i leader, un tempo padroni pressoché incontrastati del nostro paese.
Tutto questo rende la rottamazione, una sorta di formula magica capace di risollevare le sorti italiane. Un miraggio che rischia di essere pericoloso, com’è sempre stata la caccia ai capri espiatori.
Io avrei accettato una lotta forte e aspra, all'incompetenza di una parte della classe dirigente politica e all'inerzia che, definisco l'abdicazione della ragione e non un facile populismo. Il pericolo è che la sostituzione dei "rottamati", con una nuova classe dirigente che ha gli stessi difetti, sia la garanzia per la prosecuzione della crisi in Italia. Se poi i giovani che ci dovrebbero rappresentare, sono quelli che abbiamo visto in alcuni Consigli Regionali, preferisco non rottamare e affidarmi all'esperienza, infatti, il risveglio dall'illusione del ricambio generazionale, rischia di essere ancora più amaro della delusione che l'ha partorita.

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