martedì 17 giugno 2014

La felicità è un ricordo

La preoccupazione va innanzitutto ai giovani perché sono le prime vittime della “dipendenza chimica”. Sono i soggetti più vulnerabili ad incorrere in questo grave “errore di valutazione”, così definito da Philip K. Dick[1] che diceva: l'abuso della droga non è una malattia, ma una decisione, come quella di andare incontro ad una macchina che si muove. Questo non si chiama malattia, ma un errore di valutazione. Quando un certo errore comincia a essere commesso da un bel po' di persone, allora diviene un errore sociale, uno stile di vita. E in questo particolare stile di vita il motto è: "Sii felice oggi perché domani morirai"; ma s'incomincia a morire ben presto e la felicità è solo un ricordo”. 




[1] Philip Kindred Dick (1928 – 1982), scrittore statunitense.

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