sabato 9 novembre 2013

La morte della democrazia. E l'Italia diventa un mostro a tre teste

La mancanza di valori, l'assenza di correttezza istituzionale, la vecchia e (purtroppo) attuale tendenza ad avere in qualsiasi partito un "ufficio cariche" che, mette al vertice di aziende di Stato, enti pubblici e aziende a partecipazione pubblica (sopratutto a livello regionale e comunale), personaggi non per merito, ma solo perché meritevoli di avere tessere di partito: questa è la morte della democrazia.
Il vero scandalo è stato nell'enunciazione di regole spartitorie come figlie di un sistema che non poteva mai essere modificato.
Nessun leader che ha governato negli ultimi 60 anni ha avuto il controllo (o meglio ne ha avuto fin troppo, ma in senso deplorevole).
Si è per lungo tempo agito e governato condizionati da pressioni del sistema di potere, fatto di clientele e consorterie e nessun partito (e nessuna coalizione) è stato estraneo a questo patrimonio "morale" e "culturale" tipico italiano.
Abbiamo visto in passato Ministri della Repubblica e Presidenti del Consiglio dei Ministri, incapaci, inidonei alle cariche che ricoprivano; questa inidoneità è stata considerata irrilevante e non ha impedito il prolungarsi della loro presenza al Governo, pur nella drammatica evidenza degli insuccessi.
Per lungo tempo la politica fiscale ed economica dei Governi è stata caratterizzata da una continua rincorsa elettorale del facile consenso e non dall'idea di interesse generale per il Paese. Il nostro Stato è stato per anni come una vettura guidata da un conducente spericolato, lungo una strada piena di dossi e tremendamente accidentata.
Un politico degli anni 70 e 80, nel giugno del 1984,  definì il nostro Paese una nuova e strana entità mista: "un terzo Finlandia, cioè neutalità pulita, un terzo Vaticano cioè visione ecumenica delle grandi questioni nazionali e internazionali e un terzo Tangeri cioè mercato e affarismo spericolato".

Miglior definizione e miglior sintesi, non si poteva trovare per definire il vero male della nostra amata Italia.

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