martedì 5 novembre 2013

Campagna elettorale: nulla è cambiato in 2000 anni

Assistendo alle campagne elettorali di questi ultimi anni in Italia, mi viene in mente un testo che ho letto al liceo.
Durante la campagna elettorale per il consolato nel 63 avanti Cristo, Quinto Tullio Cicerone scrisse un manualetto, il “Commentatorium Petitionis”, indirizzato in forma epistolare al fratello (Marco Tullio), su cosa bisogna fare e dire per conquistare la fiducia dell'elettorato.
Il manuale elettorale si concentra su come promettere, su come creare speranze e simpatia nell'elettore, utilizzando qualsiasi strumento. 
Per raggiungere quest’obiettivo tutto è lecito, a partire dalla simulazione, per cui il candidato non dovrà limitarsi a pronunciare solo le parole gradite ai suoi interlocutori, ma dovrà anche accompagnare alle parole, atteggiamenti che più saranno in grado di costruire consenso attorno alla propria persona: “bisogna crearsi amici di ogni tipo: per l’apparenza, uomini illustri per cariche e per nome, per avere l’appoggio della legge, magistrati, per ottenere il voto delle centurie, uomini che godono di un favore considerevole. Cerca, con tutti i mezzi possibili, che questi uomini ti siano affezionati con tutto il loro animo e con la massima sincerità. 
Il candidato dovrà lusingare l'elettorato, promettere vantaggi ai potenziali elettori, mostrarsi potente e ammirato, fare promesse precise ma non dispendiose, farsi amici uomini potenti, visitare ogni singolo municipio adattandosi all'elettorato locale, senza mai prendere una decisa posizione politica.
Il manuale si dedica anche ad elencare gli strumenti di denigrazione da usare nei confronti degli avversari politici. Antonio e Catilina devono essere attaccati nel modo più violento possibile, focalizzandosi sui loro debiti, le amicizie dubbie, lo sperpero del denaro, il lusso, la lussuria e tutti i vizi di cui si può macchiare un essere umano.  Nei loro confronti vengono ipotizzati delitti e nefandezze che, certamente, possono colpire l’immagine degli elettori.
Il quadro politico tracciato dal manuale, è ancora più attuale vedendo l’importanza che viene data alle “ricompense”: “Gli uomini sono indotti, anche da benefici di pochissimo valore, a ritenere che ci sia motivo sufficiente per sostenere un candidato”.
Cosa c'è di diverso dalle nostre campagne elettorali?

Si può quindi serenamente affermare che negli ultimi duemila anni, nulla è cambiato sulla modalità di fare campagna elettorale.

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