Il
taglio della spesa pubblica è diventato nel tempo il cavallo di battaglia dei
governi, ma in realtà è una assoluta chimera.
Infatti
dal 1997 ad oggi, come dimostra uno studio della Cgia, al netto degli interessi
sul debito è aumentata del 68,7%.
Quindi
non abbiamo alleggerito lo Stato, al contrario abbiamo drenato risorse facendo
crescere i fondi a disposizione della complessa
macchina della burocrazia senza di contro osservare un miglioramento dei servizi
erogati.
Dov'è
il problema? Sfatiamo una leggenda. La spesa pubblica non è lievitata per il
maggior trasferimento di denaro ai servizi essenziali,
visto che progressivamente giustizia, istruzione e sanità hanno subito tagli
importanti. Ciò che ha assunto dimensioni mostruose, è
il fenomeno delle aziende collegate ad amministrazioni pubbliche, centrali e
locali. Quindi nell'era del liberismo il peso dello stato è cresciuto
nell'economia, in
assoluto contrasto con le teorie macroeconomiche a cui fanno riferimento governi
moderati o conservatori (come i nostri degli ultimi venti anni).
E
per il futuro? Assistiamo a dichiarazioni d'intenti che non trovano conferme
nella realtà. Si pubblicizza la compressione della spesa pubblica e nel
documento di programmazione finanziaria
per il 2014 è previsto un incremento della spesa per servizi pubblici di ben 3,2
miliardi.
E'
necessario quindi che il cittadino italiano cresca, si informi e vada al di là
dei messaggi demagogici della classe politica, leggendo se necessario gli
atti ufficiali delle istituzioni pubbliche.
Nel
frattempo la troika ci osserva.
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