In Italia il processo di
“flessibilizzazione” del mercato del lavoro è iniziato meno di trenta anni fa, nel
1984. Tutto ebbe inizio
con la Legge n.863 del 1984, nella quale furono allargati i criteri per il
part-time, introdotti i contratti di solidarietà e i contratti di
formazione-lavoro. L’introduzione in
Italia del rapporto di lavoro a tempo parziale, risale agli anni intorno al
1980 ed avvenne in alcuni contratti
collettivi di lavoro, dapprima nel settore del commercio e terziario e
successivamente nel settore elettrico, bancario e tessile. La materia fu quindi
inserita nell’Accordo Interconfederale del 22 gennaio 1983 e nel successivo Protocollo
del 14 febbraio
1984 .E’interessante
notare come la Legge del 1984, recasse il titolo “misure urgenti a sostegno e ad incremento dei livelli occupazionali”.
Si trattava di un pacchetto di norme varate per fronteggiare una delle consuete
“emergenze economiche e occupazionali”.
Seguì poi nel 1987,
la Legge n.56 che diede la possibilità di estendere il contratto a termine a
tutti i settori.
La Legge n.299 del 1994, ha esteso l’uso
della mobilità e dei contratti di formazione-lavoro e disciplinato i contratti
di solidarietà.
La Legge n.335 del 1995 introduceva il
fondo dell’ INPS di “gestione separata” per i lavoratori parasubordinati e i
collaboratori.
Nel frattempo,
l’ennesimo Accordo Concertativo tra le parti sociali, quello del 24 settembre 1996 ,
denominato “accordo per il lavoro”, consentì, l’anno seguente, l’approvazione
della legge che più di tutte sancisce in modo definitivo, il via libera alla
flessibilità totale della domanda di lavoro da parte delle imprese, la Legge n.196
del 24 giugno
1997 , denominata “Pacchetto Treu”.
A questa Legge nel 2001,
segue il D.Lgs n.368, che prevede la liberalizzazione dei contratti di lavoro
dipendente a termine, in recepimento della direttiva 1990/70/CE.
Nel 2003 arriva la
“Legge Biagi ” con l’introduzione di nuovi contratti atipici
(job sharing, job on call, staff leasing), la trasformazione dei co.co.co. in
“collaboratori a progetto”, l’introduzione del “contratto di inserimento”, il
nuovo contratto di apprendistato, la riforma del part-time ed infine la
liberalizzazione dei servizi all’impiego.
Nel 2007 arriva il “Protocollo sul Welfare” (Legge n. 247) che prevede un
limite per la stipula dei contratti a termine a 36 mesi (con eventuale deroga),
l’aumento contribuzione per parasubordinati, ed infine l’abolizione del job on
call e dello staff leasing.
Gli ultimi quattro
interventi legislativi, sono il “pacchetto lavoro” della Legge finanziaria
2010, il Testo Unico sull’apprendistato (D.Lgs n.167 del 2011) e il D.Lgs n.24
del 2012 che ha recepito la Direttiva 104 del 2008 e la Riforma
Fornero, Legge n.92 del 2012.
Nessun commento:
Posta un commento