Da quando si accendeva il
fuoco strofinando legni, la comunicazione è stata il principale momento sociale
e lo strumento privilegiato per condividere e socializzare. Idee, valori,
decisioni venivano prese comunicando e poi condivise. Sono cambiate le forme ed
i tempi (non le decisioni!) ma oggi, dopo milioni di anni, è ancora
sostanzialmente così.
Ce lo dimostra il successo
del Movimento 5 stelle; un ritrovo di milioni di persone, che non si conoscono,
che non si vedono, ma che condividono. Hanno sconfitto apparati
storici, politici di professione, partiti che esistono da sempre e che hanno
fato largo uso di fondi e mezzi. Internet ha contribuito enormemente allo
sviluppo della condivisione; in ciò, si può dire, c’è qualcosa di democratico.
Internet è condivisione e
tutto quello che ne consegue (indagini seo, uso dei social network) permette
alle idee di svilupparsi e imporsi, quasi come verità divina. Orami possiamo
dire che il web 2.0 ha superato
pure la scatola parlante, quella televisione che fino a 10 anni consacrava miti
ed eroi popolari e che oggi si deve arrendere alla tecnologia e cedere il passo
ai tempi. Oggi, se qualcosa non passa per il web 2.0 non esiste, se non usa il
linguaggio della rete vuol dire che non c’è. E’ la vittoria dei giovani sui
vecchi, dell’informazione libera e gratuita (ma che presenta qualche rischio); è
la forma di nobile di condivisione.
Il linguaggio si adegua;
niente più pericolosi anacoluti, basta con la diplomazia delle “convergenze
parallele” da prima repubblichetta, oggi si parla in modo diverso. Altrimenti,
semplicemente, non si parla. Oggi si deve tenere conto degli algoritmi, di
google, che ragiona in termini quantitativi e quindi non puoi non dire “nemico”
perché se no google non ti riprende. E’ finita un’era, è passato il tempo dei
“diversamente amici”. I maestri di retorica oggi forse sarebbero disoccupati ma
noi siamo contenti di essere più liberi. Di condividere quello che ci piace.
Come ci piace. Benvenuti al tempo del web
2.0.
Nessun commento:
Posta un commento