mercoledì 10 aprile 2013

L'affanno dei giovani: senza casa, senza lavoro e senza prole

Una delle conseguenze reali della crisi economica è il venir meno dell'idea che la laurea sia il lasciapassare per un futuro di stabilità economica. Le  famiglie in molti casi tirano i remi in barca e rinunciano a investire nella formazione superiore dei propri figli: si registra infatti, una diminuzione del 17% degli iscritti negli ultimi 7 anni.
Ma una volta investito nel percorso universitario, ci sono alcune facoltà che devono essere completate con specializzazioni post lauream o tirocini necessari per le abilitazioni e l'iscrizione all'albo professionale. Qui sorge un nuovo problema: uno studente neolaureato dopo 5 anni di università, si trova di nuovo a dover sostenere nuove e ingenti spese per la sua formazione. 

Il XV Rapporto AlmaLaurea ci dice che il tasso di disoccupazione tra i laureati è salito al 23% per le lauree di I livello e al 21% per quelle specialistiche e a ciclo unico. 

Altrettanto poco stimolanti sono i dati della retribuzione media intorno ai 1000 euro. La conseguenza è che molti preferiscono andare via dal nostro Paese e il tasso di emigrazione è aumentato del 9%, con la conseguenza che per la prima volta in Italia, il numero degli emigranti supera quello degli immigrati. 
La conseguenza è che i giovani laureati si adattano a ogni tipo di lavoro e firmano ogni tipo di contratto (anche lavorando in nero). Ci si trova di fronte una fotografia dai caratteri apocalittici: migliaia di coetanei che non hanno una casa, non hanno un lavoro e non hanno nemmeno la prole, perché anche un figlio è un lusso che non ci si può permettere.

Questa è la crisi e ci vuole un Governo subito prima che sia troppo tardi

Nessun commento:

Posta un commento