Per capire come si è arrivati a all’incapacità
di formare una maggioranza, bisogna capire come funziona il “Porcellum” o legge
elettorale Calderoli.
La legge è interamente
proporzionale con un premio di “maggioranza”/“governabilità” per la coalizione
vincente.
Il premio alla Camera garantisce
un minimo di 340 seggi ed è calcolato su base nazionale, mentre al Senato è un
premio regionale e la coalizione o il partito più votato riceve il 55% dei
seggi (escluso Molise e circoscrizione elettorale estero). Non c’è voto di
preferenza e i candidati in graduatoria sono scelti dai partiti.
Primo punto dove la legge incide
di più sulla frammentazione e nella soglia di sbarramento. Esistono varie
soglie di sbarramento diverse tra Camera e Senato.
La soglia per le coalizioni alla
Camera è al 10%, mentre al Senato è al 20%.
La soglia per i partiti si
distingue alla Camera aa seconda se il partito si presenti da solo o
all’interno di una coalizione: nel primo caso (come ha fatto Rivoluzione Civile)
la soglia è del 4%, nel secondo caso la soglia si abbassa al 2%. La soglia del
4% alla Camera è valida per le liste di una coalizione che non ha passato lo
sbarramento del 10%.
In Senato lo sbarramento è
dell’8% per i singoli partiti (es. ecco perché la Lista Monti si è presentata
come un unico partito) e del 3% per i partiti che concorrono a una coalizione.
Anche in questo caso lo sbarramento vale a livello regionale.
Come si può notare è una legge
elettorale “cervellotica” con candidati scelti dai partiti, ma le variabili che
hanno influenzato il voto di fine febbraio sono state il raggiungimento della
soglia sbarramento e i premi regionali al Senato.
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