Prima di tutto
voglio ringraziare Andrea per questo spazio, perchè in poche righe mi
piacerebbe raccontarvi qualcosa della musica industriale, un genere che non si
sente spesso in radio e che non gravita facilmente negli scaffali dei negozi di
cd . Allora prendo in prestito una parte dell'introduzione del mio libro “INDUSTRIAL [r]EVOLUTION”
“Monte Cazazza coniò la definizione ‘industrial
music for industrial people’ sul finire degli anni ’70, dopo aver ascoltato le
strambe composizioni di Genesis P-Orridge e del suo gruppo di anti-musicisti, i
Throbbing Gristle. E diede
inconsapevolmente identità a un’aggregazione artistica che ancora si stava
formando, qualcosa che non era nemmeno definibile come movimento e che poco
voleva spartire con i propri padri. È questo uno dei rari casi in cui sono gli
artisti stessi ad etichettare la propria opera, e mai etichetta fu più
indovinata, tant’è che Industrial Records sarà il nome dell’etichetta con cui i
Throbbing Gristle inaugureranno
la tradizione discografica legata alla cultura industriale.
La
musica industriale non nasce come movimento musicale in senso stretto, bensì
nell’ambito della performance art e della rappresentazione. Lustmord è molto
chiaro al proposito: ‘L’industrial delle
origini, tra la fine degli anni ’70 e l’inizio degli anni ’80, era concentrato
soprattutto sulle idee legate a concept e sperimentazioni, piuttosto che sulla
musica’. Dall’altra parte del globo, anche Hiroshi Hasegawa (C.C.C.C.)
condivide la stessa opinione dell’artista gallese: ‘I pionieri della scena come Genesis P-Orridge, Z'EV e Monte Cazazza
erano innanzitutto performance-artist, e questo ha fatto sì che l’industrial,
anche in tutte le sue prime ramificazioni come noise e power electronics, abbia
sempre mantenuto una forte componente legata alla rappresentazione’.
Nel
1969 uno stravagante studente universitario di nome Neil Megson, poi
rinominatosi Genesis P-Orridge, e Christine Carol Newby, un’affascinante e
diafana modella porno conosciuta come Cosey Fanni Tutti, decidono di dare vita
ai COUM Transmissions
inaugurando la storia di una delle formazioni di performance art più estreme e
scomode d’Inghilterra. Automutilazioni, pornografia, scarnificazioni,
installazioni ai limiti del penale... fino al 1976 è un succedersi di opere
come ‘Exorcism of Shit’, ‘Anal Coumfidence’, ‘Babys Coumpetition’, ‘Cosey
Sexual Action’. Alla base dell’estetica del duo c’è una rappresentazione che va
in una direzione diversa rispetto all’iconoclastia punk. La ribellione contro
gli schemi precostituiti non è finalizzata all’instaurazione di un nuovo ordine
apolitico o anarcoide, né al rovesciamento violento della società dei consumi,
bensì alla pura e semplice rappresentazione di un differente modello estetico.
Come è stato sintetizzato più volte da Paul Lemos (Controlled Bleeding), sia il
punk che l’industrial sono state forme espressive di violenza emotiva e
confusione, attuate senza alcuna censura o competenza tecnica. I COUM attirano
l’attenzione dei salotti bene di Londra, in poco tempo vantano esposizioni
nelle più importanti gallerie inglesi e Genesis inizia a trasformarsi in figura
di culto per i giovani annoiati e rabbiosi della capitale. Sembra che
Surrealismo, Futurismo e Dada si incrocino nei COUM Transmissions per esprimere
il comune disprezzo nei confronti della società, delle convenzioni e delle
regole costituite. Tre correnti artistiche che sono strettamente imparentate
con un’iconografia che mira a sovvertire le prospettive mettendo una pietra
tombale su duemila anni di arte e di comunicazione, per voltare definitivamente
pagina, in nome di un nuovo rinascimento dell’uomo. Un rinascimento che parte
dalla destrutturazione dell’Occidente in ogni sua forma.”
Se
vi è piaciuto, volete saperne qualcosa di più o magari volete proseguire la
lettura, date un occhio a www.tsunamiedizioni.com http://industrialrevolution-gr.blogspot.it
Keep on noisin'.
Giovanni
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