venerdì 29 marzo 2013

Un Governo che chiede ai suoi soldati di rischiare la vita, non deve dimenticarsi di loro

Massimiliano Latorre e Salvatore Girone,“i due marò”, hanno vissuto sulla loro pelle i continui ripensamenti della politica e del nostro Governo sulla loro sorte: dal poter rimanere in Italia al tornare in India, fino al dover apprendere che le “rassicurazioni scritte” sulla non applicazione della pena di morte da parte dell’India, volessero dire che le  accuse non sono di quelle che di solito vengono punite con la pena di morte. 
Per chi critica gli Stati Uniti e la Germania, io sono sicuro che li nessuno avrebbe mai permesso un teatrino del genere, anzi dico di più se fosse toccato alla Germania l'Unione Europea compatta avrebbe reagito e nel nostro caso invece, la diplomazia europea ha inizialmente abbozzato un interessamento, ma poi si è completamente defilata. La Nato si è chiamata fuori immediatamente. Questo vuol dire assenza di peso a livello internazionale.
Ora a rimetterci sono due soldati che hanno accettato supinamente il loro destino, con un viaggio di sola andata sperando di avere un giudizio clemente dal tribunale speciale che il Governo indiano ha istituito per loro.
Le dimissioni del Ministro Terzi non aiutano, ma ora è indispensabile che non si perda tempo in trattative, ed è indispensabile un'unione politica di tutte le forze in campo che garantisca il ritorno in Italia dei due soldati.
Un Governo che chiede ai suoi soldati di rischiare la vita lontano da casa, poi non può dimenticarsi di loro. Ecco un altro motivo per pretendere un Governo.

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