Se fallisce Bersani....

Pierluigi Bersani è stato candidato dall’attuale gruppo dirigente del Partito Democratico ad essere il risolutore della crisi, ma il populismo reazionario del M5S è purtroppo al centro della scena in diretta streaming. L’incaricato Bersani quindi non sarà in grado di formare un Governo. Serviva senso di responsabilità: quando fu rapito Aldo Moro si riuscì ad avere un Governo monocolore Dc grazie all’astensione o non sfiducia dei comunisti, a causa della situazione di emergenza che viveva il Paese. Ora non c’è un'emergenza terrorismo ma c'è una crisi economica senza precedenti. Allora? Si potrebbero sciogliere le Camere in quanto si è incapaci di esprimere un Governo sorretto da una maggioranza parlamentare, ma negli ultimi sei mesi del mandato del Presidente della Repubblica, come spiega l'articolo 88 della Costituzione, il Capo dello Stato non può sciogliere le Camere. Bisogna ricordare però che l'articolo 88, al primo comma dice che “il Presidente della Repubblica può, sentiti i loro Presidenti, sciogliere le Camere o anche una sola di esse”. Il nuovo Presidente della Repubblica quindi potrebbe chiudere i battenti solo al Senato, per cercare di salvare il salvabile. A questo punto, a creare problemi, torna in campo la legge elettorale: il Porcellum.

Allora, se fallisce Bersani, serve un Governo di scopo per fare la legge elettorale e tornare al voto subito con una legge che dia governabilità. Potrebbe essere un Governo affidato ad una personalità di alto profilo sulla quale possa convergere, se non Grillo, una parte di Pd e Pdl con un trasparente patto politico tra le forze politiche e che metta al centro poche, chiare priorità per far ripartire l’economia e sanare almeno il vuoto cosmico che separa cittadini, istituzioni e politica: taglio dei costi della politica, i pagamenti della Pa per far ripartire le aziende e riforma elettorale. E poi vediamo se il populismo può reggere ancora....