Quanto
più ricche ed integrate sono le relazioni sociali coltivate
da chi è in cerca di lavoro tanto maggiore è la probabilità di trovare
un’occupazione e raggiungere un successo professionale, anche attraverso i
social media. E’ questa una delle principali evidenze dell’ultima
indagine “Il lavoro ai tempi del
#socialrecruiting e della #digitalreputation” condotta da Adecco, Agenzia
per il Lavoro leader in Italia e nel mondo nella gestione delle risorse umane,
in collaborazione con Ivana Pais dell’Università Cattolica del Sacro Cuore.
Giunta alla terza edizione, la ricerca rivela oggi le ultime tendenze sulle dinamiche
dell’incontro tra domanda e offerta di lavoro nell’era del web 2.0, prima
tra tutte il ruolo che i legami personali e le modalità con cui vengono
utilizzati giocano nella ricerca del lavoro.
Da
cosa dipende il successo nella ricerca di un lavoro? L’elemento
distintivo associato a una maggiore attivazione sembra risiedere nel cosiddetto
“capitale sociale integrato”, frutto
della capacità delle persone di valorizzare la possibile dimensione online delle
relazioni sociali, anche di quelle create offline. “Coltivare
relazioni in rete, oltre che attraverso occasioni di incontro e contatto nella
vita offline, incrementa la frequenza e la stabilità dei rapporti e permette di
approfondire la conoscenza reciproca degli interessi e delle competenze anche
grazie alla lettura dei post e dei contenuti che si pubblicano. Inoltre,
consente di intercettare più facilmente informazioni su offerte di lavoro
disponibili - ha spiegato Silvia
Zanella, Marketing & Communication Manager di Adecco Italia.
Le
relazioni sociali solo online,
invece, consentono agli intervistati di
entrare in contatto con persone di status superiore e questo arricchisce
il loro capitale sociale, con effetti indiretti sul processo di ricerca del
lavoro.
I
siti di social network sono il canale la cui efficacia è più legata alla
disponibilità di capitale sociale dell’intervistato:
il 50% di chi ha trovato lavoro attraverso questo strumento dispone di una rete
sociale ricca vs 27% di chi ha trovato lavoro tramite i Centri per l’impiego e
30% delle Agenzie per il lavoro, ma anche 33% di chi si è rivolto alle reti
sociali offline (amici e famiglia).
“Questi
risultati sono molto interessanti perché mostrano il valore delle relazioni che
si stabiliscono e si alimentano attraverso la rete -
ha commentato Ivana Pais, Docente di
Sociologia Economica all’Università Cattolica del Sacro Cuore. In
particolare l’uso di social network si rivela molto efficace nella fase di
ricerca di un lavoro in quanto consente di facilitare i flussi informativi tra
persone già in contatto tra loro, di entrare in relazione con persone chiave nei
processi selettivi e di abbattere alcune barriere comunicative rendendo più
diretta e veloce la comunicazione”.
Di seguito le altre evidenze emerse dalla ricerca:
I
motivi di utilizzo dei canali on line
Quali
sono in vantaggi pratici di utilizzare i canali online secondo candidati e
selezionatori? Per
chi è in cerca di una occupazione il primo motivo di utilizzo della rete risiede
nella possibilità di trovare un maggior
numero di offerte (44%); seguito dall’opportunità di dare maggiore visibilità al
proprio curriculum vitae (38%) e di trovare offerte di lavoro più
interessanti (32%) specialmente all’interno delle pagine aziendali. L’utilizzo
degli strumenti di recruiting online da parte dei responsabili delle Risorse Umane si
lega invece principalmente alla possibilità di allargare il bacino dei candidati (16%) e
verificare la completezza e solidità dei curriculum vitae ricevuti (16%),
oltre a trovare profili più mirati (15%). Il 14% dei selezionatori
utilizza inoltre i canali online per informarsi sulle relazioni professionali del
candidato.
I mezzi più utilizzati per l’incontro tra domanda e offerta
Anche nella scelta dei canali e nella percezione della loro
efficacia sembra esistere una differenza di vedute e abitudini tra recruiter e
candidati. Meglio affidarsi ai canali
social o agli strumenti tradizionali per cercare lavoro? A sentire chi un
lavoro lo ha già, la formula più
efficace è quella di utilizzare un mix di differenti strumenti che comprenda in
primo luogo gli annunci online (40%), le agenzie per il lavoro (34%) e la rete
di parenti ed amici (32%). Per quanto riguarda i social network, il loro
utilizzo è molto diffuso tra i selezionatori che vi ricorrono per uso personale
e professionale nell’88% dei casi, mentre è più basso per i candidati il cui
utilizzo per cercare lavoro si attesta al 53%. In generale, afferma di essere soddisfatto
del ricorso al social recruiting la metà dei responsabili delle Risorse Umane e
solo un quarto dei candidati.
Andando ad indagare nello specifico gli strumenti online più
utilizzati, Linkedin rimane il canale
privilegiato per la ricerca di nuovi profili da parte dei responsabili HR con il
42% delle preferenze, seguito da Facebook (29%) e da Twitter (9%), mentre
tra i candidati la ricerca di lavoro in
rete avviene prevalentemente attraverso i siti di lavoro (94%), le App (39%),
Facebook (30%) e solo nel 26% dei casi tramite Twitter.
Anche rispetto all’efficacia le valutazioni divergono: i selezionatori apprezzano principalmente
Linkedin (78% valutazioni positive), seguito dai siti di matching (72%),
mentre nei candidati le posizioni sono
invertite, con i siti che raccolgono il 70% di valutazioni positive,
Linkedin che si ferma al 29% e Facebook, che pure è il più utilizzato, al 20%.
La
reputazione digitale
Piena
sintonia si riscontra invece sull’importanza della digital
reputation.
Sia candidati che selezionatori mostrano grande attenzione alla “identità
online”: il 70% delle persone verifica le informazioni personali che circolano
online “googlando” il proprio nome così come il 77% dei recruiter inserisce il
nominativo di un candidato su un motore di ricerca per raccogliere maggiori
elementi di valutazione. Proprio a questo proposito i responsabili delle Risorse
Umane hanno dichiarato che nel 12% dei casi si sono trovati ad escludere dei
candidati per le informazioni che hanno reperito in rete. Un fenomeno degno di
nota è la richiesta da parte dei
selezionatori di accedere al profilo Facebook tramite la password del candidato,
pratica confermata dall’1% dei candidati e dal 5% dei selezionatori.
L’indagine
2013 dell’Osservatorio Adecco sul Social Recruiting e la Digital reputation ha
coinvolto un campione di 479
selezionatori e 13.283 candidati e si è svolta secondo le modalità del
sondaggio online somministrato tra novembre 2012 e febbraio 2013.
La
presentazione della ricerca ha creato un vivace dibattito ieri su twitter: se
volete recuperarlo, lo trovate seguendo l’hashtag #socialrecruiting.
Qui
sotto potete trovare una serie di link che parlano dell'evento:
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