mercoledì 20 marzo 2013

Cipro, come in Italia nel 1992

All’indomani dell'ipotesi prelievo forzoso a Cipro, in questi giorni ho assistito a tante interviste di leader politici che rassicuravano i risparmiatori italiani. A tutti coloro che dicono che il “caso Cipro” è un caso anomalo e non potrebbe mai verificarsi in Italia, ricordo che 21 anni fa, nel lontano 11 luglio 1992, con un Decreto Legge da 30.000 miliardi di lire (tra le altre cose) veniva deliberato (retroattivamente al 9 luglio), il prelievo forzoso del 6 per mille dai conti correnti bancari per un "interesse di straordinario rilievo", in relazione a "una situazione di drammatica emergenza della finanza pubblica”. Tra l’altro per chi pensò che il Decreto Legge fosse da considerarsi incostituzionale, le eccezioni di incostituzionalità  vennero successivamente respinte dalla Consulta.
Era un periodo difficile in cui i mercati si accanivano contro la lira e grazie a quest’operazione, lo Stato Italiano incassò svariati miliardi di lire e si calmò la tempesta sui mercati.
Quindi, nel 1992 anche in Italia fu stabilito il principio che lo Stato poteva mettere le mani nelle tasche dei propri cittadini all’improvviso. 
Ma è stata una piccolissima cosa rispetto a quello che avrebbero potuto vivere  i cittadini di Cipro se i deputati ciprioti ieri sera non avessero detto di no.
Questa e quella del 1992, non sono belle pagine di finanza pubblica, infatti, prendere denaro dai risparmiatori è un atto che presuppone un default e deve essere visto come l’ultima spiaggia.

Nessun commento:

Posta un commento