domenica 9 dicembre 2012

Una Roma da morire di Andrea Marta

Partite come questa Roma-Fiorentina restano negli annali. Per le emozioni che sanno regalare. Emozioni che è difficile riuscire a spiegare a parole.
Una Roma da morire, che ha saputo domare oltre il risultato un avversario davvero degno: la Fiorentina guidata dal grande ex di turno VincenzinoMontella.
E' stato un match da cardiopalma sin dalle prime battute. Malgrado la buona partenza dei toscani, i giallorossi hanno ben presto trovato il vantaggio:punizione di Totti per la testa di Tachtsidis, parabola che scavalcava un disattento Viviano, Castan che sulla linea di porta inzuccava per l'1-0. Sbloccato il risultato le cose sembravano potersi metter bene per gli uomini di Zeman, ma la gioia è durata meno di una manciata di minuti: calcio piazzato per la Fiorentina,compagine notoriamente preparata sulle palle inattive, difesa romanista completamente in confusione, al punto da lasciare non marcati diversi giocatori viola e Roncaglia solo soletto che depositava comodamente per l'immediato pareggio.
La "doccia fredda" non arrestava tuttavia quella che è apparsa probabilmente, per continuità dimostrata nell'intero arco dei 90 minuti, la miglior Roma stagionale.
Così come se niente fosse Totti e compagni riprendevano inerrestabili a macinare gioco e a produrre occasioni come nessun'altra squadra del campionato è in grado di fare.
Il nuovo vantaggio sembrava così logica conseguenza di tutto questo: Francesco Totti, con la doppietta di oggi arrivato a sole 4 marcature da Nordhal, con ben 221 reti all'attivo, batteva nuovamente Viviano, stavolta con un tocco magistrale di esterno
destro, su assist (ironia della sorte) proprio di Destro.
L'impressione maturata fino a pochi istanti dalla conclusione del primo tempo era che, malgrado una buona Fiorentina, la Roma aveva mostrato una marcia in più, ed il vantaggio fin lì conseguito non rendeva il giusto merito ad una prestazione spumeggiante.
Ma proprio sul finale della prima frazione di gioco, ancora una volta Totti dal limite dell'area scoccava un gran destro così potente da piegare le mani aViviano: 3-1 e tutti (come si suol dire) a prendere un thè caldo. Con la temperatura polare che aveva raggelato i coraggiosi tifosi accorsi all'Olimpico senza dubbio la soluzione migliore.
Impossibile non menzionare la pessima serata dell'arbitro Banti, addirittura inspiegabile quando non espelleva (e sarebbe stato sacrosanto) il centrocampista viola Olivera, reo di aver appoggiato per qualche secondo i tacchetti sulla coscia del malcapitato Pjanic, a terra dopo in contrasto di gioco. Addirittura solo ammonizione e giallo per Tachtisidis (proteste).
Pronti via e Montella mescolava le carte: dentro El Hamdaoui e Mati Fernandez al posto di Olivera e Cassani.
Ed era una partenza davvero "sprint" per gli uomini del tecnico di Pomigliano D'Arco: su cross dalla sinistra di Borja Valero era proprio il centravanti neo-entrato El Hamdaoui, lasciato inspiegabilmente solo dalla difesa romanista, a superare di testa Goigoechea e a riaprire un match che la Roma fin lì aveva avuto saldamente in pugno.
Da lì in poi la partita è diventata ancora più avvincente. La Roma ha avuto il torto di sprecare una quantità esagerata di occasioni. In particolar modo Destro ha sciupato l'impossibile,e come sappiamo nel calcio questo può diventare letale. Perchè non basta
essere superiori nel gioco e nelle palle-goal costruite. Il tutto va comunque adeguatamente concretizzato.
Così la Fiorentina è riuscita, approfittando dell'imprecisione degli
attaccanti giallorossi, non solo a restare in partita. Ma addirittura a sfiorare il pareggio, negato nel finale da un intervento prodigioso di Goigoechea, che deviava in calcio d'angolo un sinistro ravvicinato di Seferovic, subentrato ad un dignitosissimo Toni.
Il cuore dei tifosi romanisti rischiava di capitolare quando sul corner
susseguente un'uscita da brividi del numero 1 uruguayano portava l'ennesimo ex (Aquilani) ad andare davvero ad un passo dal pari: salvataggio miracoloso di Bradley sulla linea.
La girandola di emozioni per tutti i presenti e per coloro che invece avevano scelto di soffrire davanti al teleschermo non era tuttavia terminata.
Altra ripartenza fulminante della Roma, con Totti stavolta prezioso uomo assist che forniva ad Osvaldo, da poco subentrato a Destro, la palla del definitivo 4-2.
Un boato assordante e quantomai liberatorio, in una serata a dir poco memorabile. Ormai il cronometro, inesorabile, non dava più alcuna speranza alla Fiorentina.
Era il quarto successo consecutivo per il team di Zeman, stavolta maturato contro un avversario di indubbio valore e di caratura decisamente superiore a quella delle ultime formazioni superate (nell'ordine: Torino, Pescara e Siena).

Una Roma entusiasmante sul piano del gioco e della tenuta atletica, che forse soltanto nel finale ha rallentato leggermente, prima di assestare il colpo decisivo con Osvaldo.
Si trattava di una partita fondamentale per confermare i progressi evidenziati dai giallorossi e per poter riaprire il discorso relativo alla Champions  League.Un successo che infatti ha fruttato per ora l'aggancio alla Fiorentina, in attesa del confronto tra Inter e Napoli di Domenica sera, dove qualcuno dovrà pur perdere dei punti, e della trasferta non proprio agevole (anche per questioni meteorologiche) della Lazio in quel di Bologna, nella serata di Lunedì.
Detto della squadra, qualche considerazione sui singoli. Per Totti ormai abbiamo esaurito gli aggettivi. Segna, fa segnare, corre, si danna l'anima. In un solo verbo: illumina.
Destro stavolta ha sciupato troppo e la sua imprecisione sarebbe potuta costar molto caro alla Roma. Ma il ragazzo va comunque giustificato, dopotutto le sue reti nelle ultime partite hanno fruttato punti importantissimi alla squadra. Difesa molto bene, a dispetto di uno schieramento non felicissimo in occasione delle due reti
viola. E stavolta la novità è costituita dal fatto che anche gli esterni bassi hanno sfoderato una prestazione convincente. In particolare molto bene Balzaretti, finalmente. Unostantuffo sempre pronto a proporsi sulla sua fascia di competenza.
Portiere diciamo così così. Non impegnatissimo dalle conclusioni avversarie, nel finale ha tirato fuori un intervento miracoloso per salvare la propria porta da un tiro ravvicinato di
Seferovic. Sul calcio d'angolo susseguente però si è reso protagonista di un'uscita davvero maldestra, che solo per la sapiente prontezza di Bradley,rimasto a presidiare la linea di porta, non ha arrecato danni letali.
Il centrocampo si è mosso bene: buona prova di Tachtsidis, nella consueta posizione di regista, ottimo (ed ormai non è una novità) il dinamismo di Florenzi, oltretutto vicinissimo al goal del 4-2 con un perentorio colpo di testa respinto d'istinto da Viviano; positiva anche la partita di Bradley, anche lui nella lunga lista di giocatori della Roma che per un niente non sono riusciti ad andare a segno. Nella ripresa poi la linea mediana è stata ridisegnata da Zeman, quando ha sostituito Tachtsidis e Florenzi rispettivamente con de Rossi e Perrotta.
I neoentrati hanno indubbiamente fornito il loro prezioso apporto, in un momento della partita in cui c'era bisogno di fare densità davanti alla difesa.
Del reparto offensivo giallorosso abbiamo praticamente già detto, ad eccezione di Pjanic, la cui prova stavolta, sia sul piano del dinamismo che (come al solito) della qualità è stata davvero confortante. E va sottolineato come il bosniaco si stia applicando con grandissimo impegno in un ruolo (quello di esterno destro del tridente d'attacco) che in precedenza non aveva mai ricoperto.
Che dire, serata eccezionale per la Roma e per i suoi tifosi. Era una "partita nella partita", con una nutrita serie di giocatori (e non solo) ex giallorossi ed ora nella Fiorentina.
Come abbiamo già detto la migliore prestazione stagionale della Roma fin qui ammirata, in termini di continuità nell'arco della stessa partita. Con l'unico difetto, se proprio si vuole andare a cercare il pelo nell'uovo, di aver sciupato troppo sotto porta,rischiando di pareggiare una partita nella quale la Roma avrebbe dovuto vincere senza problemi, per quanto espresso sul campo.
Adesso si torna in campo già Martedì sera, si spera in un clima meno
impossibile, in coppa Italia contro l'Atalanta.
"Gli esami non finiscono mai", come diceva Eduardo De Filippo. E allora diamoci dentro, la Roma è in ballo e continuasse a ballare alla grande. Come è nelle sue corde.

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