Ieri sera, vedevo la trasmissione Insider su Italia Uno.
Il focus era sulla realta' del narcotraffico "improvvisato". A Bogota in Colombia, la patria dei trafficanti di droga e' possibile trovare centinaia di ex turisti italiani che attratti dal guadagno facile, si trasformano in trafficanti improvvisati.
L'idea e'questa: i veri narcotrafficanti vendono la droga a quelli improvvisati che portano la merce in Italia o in altri paesi europei. Ma succede l'impensabile: i trafficanti improvvisati nascondono il tutto in borse con doppiofondo (gentilmente offerte dai trafficanti), e i narcos denunciano tutto, in modo da distrarre le forze di polizia che si concentrano sul narcotrafficante inesperto, per far passare invece i veri trafficanti di droga con carichi maggiori.
Le carceri sono piene di turisti, accecati dal guadagno facile del trasporto di sostanze stupefacenti. Si compra a 1 e si riesce a rivendere in Italia, se ci si arriva, a 100. Ma poi nel 90% dei casi capita quello che e'toccato a Francesco, romano di 60 anni, bloccato con un kg e mezzo di droga all'aeroporto di Bogota dai reparti antinarcotraffico, sull'aereo per l'Italia. Dall'operazione avrebbe guadagnato 7.000 euro e invece ora si trova a scontare una pena detentiva di otto anni in carceri che sono molto differenti da quelle italiane.
Mi domando se per 7.000 euro vale la pena inondare l'Italia con questa porcheria e scontare 8 anni di carcere?
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