venerdì 20 aprile 2012

Il coraggio e i benefici di un confronto. Il Ministro e gli operai


Il 23 aprile alle ore 8,30, il Ministro del Lavoro Elsa Fornero andrà nello stabilimento Alenia di Torino a spiegare la riforma del lavoro agli operai, che con 1300 firme l'hanno invitata in una loro assemblea.
E' un evento storico che a mia memoria non ha alcun precedente. 
Questa visita (se ci sarà) è stata accompagnata da molte polemiche, infatti, in alcune interviste da alcuni leader sindacali, è stata definita una "sfida supponente". 
Personalmente non la penso così in quanto mi sfugge il motivo per cui in fabbrica non sia posssibile il confrontro tra gli operai e la loro controparte che sta decidendo una riforma del lavoro che riguarda anche loro. 
Tutto nasce infatti da un desiderio (indirettamente) espresso dal Ministro all'indomani degli scioperi annunciati sulla riforma, quando disse che gli sarebbe piaciuto spiegare la riforma agli operai. 
Questo è un gesto importante, coraggioso e di forte sensibilità, in quanto pur nella radicale diversità di opinioni è sempre fondamentale il confronto. Perchè questa opposizione? C'è forse il timore che le parole del Ministro possano convincere gli operai?  Dobbiamo condannare la vera forza del nostro paese ad ascoltare solo una parte, o obbligarli a conoscere la nuova idea del lavoro "filtrata" dai mass media? In quale parte della nostra Carta Costituzionale è vietato? 
I lavoratori sono sicuramente informati e consapevoli e non vedo alcuna "difficoltà" o "paura" in questo confronto.
Da parte del Ministro, nell'accettare questo invito non vedo supponenza ma solo il credere fortemente nelle sue idee di trasformazione del Paese partendo da una di quelle leve del valore di uno Stato, il lavoro. Ben
vengano queste iniziative, non vedo sfide ma solo coraggio. 
Ricordiamoci che “l’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro”. Il valore del lavoro, come elemento fondante del nostro Stato Repubblicano, riconosciuto nel primo articolo della nostra Costituzione, significa che questo (e non la proprietà), deve costituire il criterio preponderante per il riconoscimento della dignità morale e sociale dei cittadini, e che, il cittadino deve essere preso in considerazione non tanto per quello che ha, quanto per quello che fa. 
Vediamo anche il rovescio della medaglia: in questo confronto ed in questo dibattito anche il Ministro avrà la possibilità di prendere coscienza dal vivo e senza filtri delle esigenze dei lavoratori.

2 commenti:

  1. Una scelta di stile e non supponente sono d'accordo Andre....ciao Carmelo

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  2. Vorrei vedere quanti avrebbero avuto questo coraggio.

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