"Fair play" vuol dire "gioco leale".
Il principio alla base è che chi gioca lealmente, è sempre vincitore.
Questo vuol dire rispetto delle regole e dell'avversario, essere in grado di accettare i propri limiti, correlare sempre i risultati sportivi all'impegno, senza aiuti artificiali, capacità di affrontare la frustrazione della sconfitta.
"Essere sportivi", nell'agonismo come nella vita, ha proprio questa accezione. Saper perdere, è un insegnamento esistenziale importante, pressocchè scomparso da ogni ambito educativo sin dalla prima infanzia.
Gli atleti sono modelli per i giovani che si avvicinano allo sport ed hanno dunque una grande responsabilità.
Esempio di fair play e di modello per i giovani, è stato il gesto ammirevole di ieri di due atlete nelle batterie dei 5000 metri alle Olimpiadi di Rio. Un’istantanea, anzi più istantanee, che fotograno il vero spirito olimpico. Siamo nelle batterie, quando a un certo punto la statunitense Abbey D’Agostino finisce contro la neozelandese Nikki Hambling, che cade malamente a terra dolorante. La D’Agostino, però, si ferma lasciando andare le avversarie per soccorrere l’avversaria che ringrazia, e ricambia quando pochi secondi dopo è la stessa atleta degli USA a rimanere a terra ancora più dolorante.
Taglieranno per ultime il traguardo assieme. Questo è giocare pulito e giocare lealmente.
Taglieranno per ultime il traguardo assieme. Questo è giocare pulito e giocare lealmente.
Nessun commento:
Posta un commento