"Il bene si fa in silenzio, tutto il resto è palcoscenico". Dai cantanti, ai partiti politici, passando per i calciatori, dalle grandi e piccole aziende al singolo, in questi giorni abbiamo assistito ad una gara di solidarietà sui social dove la richiesta era sempre la stessa: comprate da me che poi io dono una parte dei miei futuri proventi. Mi chiedo se tutte queste persone poi aiutino sul serio, o se questo “buonismo social” sia solo vetrina per ostentare altruismo e umanità e magari aumentare qualche vendita. Magari decidere di donare sui guadagni passati sarebbe stato meglio, farlo in silenzio sarebbe stato magico.
Il mio plauso va invece a chi ha avuto la forza di partire fisicamente in silenzio per andare a scavare, da tutta l’Italia, a chi ha donato anche un euro e lo ha fatto in silenzio. Il buon esempio non deve tacere, ma è anche vero che non deve generare applausi, gratificazioni o guadagni. Il bene quello vero non ha bisogno di essere decantato, ma come diceva Gino Bartali, "il bene si fa, ma non si dice. Certe medaglie si appendono all'anima non alla giacca". Meditiamo poi che il vero altruista prova soddisfazione nell'atto del "dare" quindi ha nella sua stessa realizzazione un Guadagno.
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