mercoledì 30 dicembre 2015

E la fine della nostra libertà?

Quanto successo questa mattina a Bruxelles, continua inesorabilmente ad insegnarci che il terrorismo islamico è un problema senza soluzione. 
La sconfitta, l'arresto o l'uccisione di pochi terroristi non è mai totale, la vittoria sempre incompleta e la tensione infinita. Quando si arresta o si uccide un terrorista con un drone o si fanno dei blitz a casa degli Stati islamici, queste conquiste sono marginali e hanno come conseguenza perdite temporanee di inermi cittadini che mangiano in un ristorante, ascoltano musica o prendono un aereo per lavoro. Quando si colpiscono i terroristi la conseguenza eè che i vincitori che esultano cadono rapidamente e gli sconfitti si rialzano velocemente e si riorganizzando colpendo come in Francia e in Belgio, in una maniera brutale. 
Papa Francesco diceva che questa è una terza guerra mondiale a pezzettini: abbiamo percepito che l'Europa è solo un teatro di questa guerra? Ricordiamo tutti i vacanzieri uccisi in spiaggia in Tunisia, in Mali o mentre visitavano un museo, e i turisti di un aereo russo fatti saltare in aria sul Sinai? 
Quel vento di discordia e di odio di fondamentalisti e terroristi, sembra impossibile da sconfiggere e la cosa terribile è che la parola sicurezza forse è divenuta una parola troppo precaria nel nostro vocabolario. 
Non esiste la bacchetta magica ma serve almeno provare a prevenire. Abbiamo una polveriera ai nostri confini con tre grandi conflitti in corso: quello tra sciiti e sunniti, quello tra fondamentalisti e nazionalisti e quello tra sionismo e islam. 
Ancora una volta stiamo entrando in un’epoca di guerre ideologiche e la storia ci insegna che queste durano sempre fino alla fine. 

Visto quanto successo questa mattina non si possono escludere interventi militari occidentali, ma basta che si abbia la consapevolezza che finora siano solo riusciti ad aggravare la situazione.
Questo terrorismo è capace di risorgere dopo ogni sconfitta, perseguendo con sempre maggior tenacia una crociata anti-sionista e anti-occidentale.
La battaglia è contro un presunto Stato islamico che è anche organizzazione criminale transnazionale implicata in tutto ciò che quella religione ha categoricamente condannato: narcotraffico, traffico d’armi, contrabbando, usura, rapimenti, distruzione di luoghi sacri, uccisione in massa.
La ricetta c'è e potrebbe essere quella di estinguere i canali di finanziamento di questi terroristi e tagliarli fuori dai mercati e dall’intelligence, isolare l’organizzazione criminale rispetto alla popolazione, impedendo approvvigionamenti di armi, infiltrare le loro file con spie vicine, etc . Non si deve guardare solo al fronte esterno, ma la priorità è il fronte interno.
E' una guerra è vero ma che può e deve essere combattuta in modo diverso.
E ora per l'ennesima volta si piangono cittadini europei.

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