In Italia spesso ci
imbattiamo in momenti in cui
giornalisti, scrittori, comici, fotografi, manager e imprenditori non si limitano ad esercitare il diritto di
cronaca, a scrivere romanzi, a far ridere, a immortalare la storia, a dirigere
gli affari e a gestire le imprese, ma
decidono di prendere le redini dell’opinione pubblica per accreditare principi
ed idee spesso di comodo, in nome di una “facile” lotta contro i poteri
costituiti, tentando di delegittimarli in nome della legalità, della giustizia
e di generiche idee di lotta contro i privilegi di una casta. In nome di questi
grandi valori si agitano le masse portando avanti movimenti e critiche
distruttive e mai costruttive, portando disorientamento in nome di una loro
ipotetica attitudine a governare o a dirigere dei movimenti che rimangono
sempre tali sulla carta, poiché non si ha mai la capacità e la forza di
governare, ma solo di influire su scelte vantaggiose, solo per la classe a cui
si appartiene.
La forza di un Governo
è di scansare con decisione influenze di comodo per evitare inutili salti nel
buio.
La forza di un Governo
è che finalmente il suo popolo si possa identificare nelle Istituzioni e nelle
leggi.
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