Non va
dimenticato che la tossicodipendenza non è una scelta, ma una malattia che si
basa fondamentalmente sull’annullamento della volontà del soggetto, mediante
precisi meccanismi neuropsicologici legati direttamente all’effetto delle
sostanze e alle caratteristiche di vulnerabilità individuali ed ambientali
della persona malata.
Se così
è, risulta chiaro che queste persone vanno aiutate a ritrovare il loro stato fisiologico
di piena autonomia, libertà e responsabilità decisionale e, conseguentemente,
di controllo volontario dei comportamenti e delle loro scelte di vita.
Mi piace
dire che spesso è un errore di valutazione. Fondamentale è, quindi, il recupero
del tossicodipendente.
La persona tossicodipendente ha bisogno di essere
accompagnata all’interno di un percorso, che parte dal raggiungimento della consapevolezza
di avere un problema e quindi dall’attivazione di una motivazione al
cambiamento, e giunge fino al reinserimento socio-lavorativo attraverso una
presa in carico totale della persona in un percorso comunitario. Inoltre, parte integrante della riabilitazione è la prevenzione al rischio di
ricadute attraverso una
serie d’interventi ritenuti fondamentali non soltanto nella fase di
reinserimento, ma anche nella fase successiva in cui la persona tenta di
mantenere una stabilità relazionale e socio-lavorativa.
La droga è un nemico troppo potente per il
raggiungimento e la conservazione del benessere individuale.
Il
tossicodipendente, per quanto cronicizzato, non può essere abbandonato alla sua
condizione di disagio e di malattia e deve essere sempre considerato
recuperabile alla vita. Chi fa uso di droga, non è in grado di gestirsi, e
può recare danni a se stesso e agli altri vicini. L'eroina, in particolare, porta con sé il fantasma
della disperazione, autodistruzione e morte, che prende corpo in un circolo
progressivamente vizioso fatto di reati, carcere, prostituzione, overdose e
Aids.
I genitori di un figlio tossicodipendente, devono essere lucidi e non devono
disperare mai e devono mantenere il dialogo tra loro e con lui, prodigargli
affetto e favorire i suoi contatti con strutture che lo possono prendere in
carico, anche se solo l'impegno personale dell'individuo, la sua volontà di
rinascita e la sua capacità di riprendersi, possono assicurare il ritorno alla
normalità dal mondo allucinante dei narcotici.
Accedere
ad un buon trattamento è importante per le persone con problemi correlati
all’uso di droga, soprattutto per risolvere i motivi che sono alla base
dell’abuso di queste sostanze.
Se si vuole aiutare un tossicodipendente ad uscire dalla droga bisogna
affidarsi solo a persone esperte che ne conoscono il comportamento da porre in
essere durante le fasi terribili della crisi di astinenza, che possono
supportarlo nella disintossicazione dalla sostanza stupefacente e supportarlo
nella fase formativa verso una vita libera dalle dipendenze.
Per questo sono necessari e imperativi da parte dello Stato e delle
istituzioni locali, anche gli aiuti sociali delle famiglie e delle comunità
terapeutiche.
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