giovedì 18 settembre 2014

Il mondo non deve finire

Il mondo è finito tutte quelle volte in cui una donna è stata barbaramente uccisa, quasi sempre dall'uomo che amava; è  finito tutte le volte che un bimbo è stato maltrattato, conteso tra i suoi genitori, rapito, portato a suicidarsi. 
E' finito quando la droga entra nelle nostre vite, quando arrivano certe buste paga da miseria, o quando non ne arrivano per niente e manca il lavoro, quando la tristezza e la depressione si insinuano nelle nostre vite. E'finito quando la guerra devasta la quotidianità nella striscia di Gaza e infine quando la mano impazzita di un singolo decide di porre fine alla vita di innocenti bambini, rei di essere andati a scuola. 
Ecco perché probabilmente i Maya, nel profetizzare l'apocalisse, avevano ragione. 
Francesco Guccini  scriveva e i Nomadi cantavano "Dio é morto":  la canzone in realtà non celebra la morte di Dio, ma proclama la necessità di una nuova rinascita spirituale e di un rigurgito di moralità, rappresenta una critica al falso moralismo, all'imperante ipocrisia, al vuoto consumismo: e per capire tutto ciò basta fare attenzione alla chiusura della canzone, dove di Dio si dice che "è risorto".
In fondo, la "morte di Dio" si è manifestata "nelle auto prese a rate... nei miti dell'estate... nei campi di sterminio... coi miti della razza... con gli odi di partito"; ma l'autore pensa che la sua generazione è preparata a "un mondo nuovo, a una speranza appena nata, ad un futuro che ha già in mano, a una rivolta senza armi, perché noi tutti ormai sappiamo che se Dio muore è per tre giorni e poi risorge.In ciò che noi crediamo Dio è risorto, in ciò che noi vogliamo Dio è risorto, nel mondo che faremo Dio è risorto". 


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