Nel Vangelo di Giovanni Gesù diceva ai suoi discepoli: “Non preoccupatevi per la vostra vita, di quello che mangerete o berrete, né per il vostro corpo, di quello che indosserete; guardate gli uccelli del cielo: non séminano e non mietono, né raccolgono nei granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre. Non valete forse più di loro?”.
Sono parole molto chiare che dovrebbero farci riflettere su come la maggioranza di noi pensa alla propria vita, alle preoccupazioni che abbiamo sul nostro presente e sul nostro futuro.
Non ci lasciamo prendere dall’angoscia dell’oggi e del domani.
Il Vangelo ci invita a guardare gli uccelli del cielo e a stupirci di come essi sono aiutati dal Signore. Ebbene, se è così per gli uccelli del cielo, che senza dubbio contano molto meno delle persone, quanto più sarà per noi? Eppure noi viviamo preoccupandoci proprio di ciò che nella nostra vita non mancherebbe comunque, anche se noi non ce ne curassimo.
Cerchiamo di essere felici basta poco e ricordiamoci che come diceva lo scrittore canadese Mordecai Richler, ci vogliono settantadue muscoli per fare il broncio ma solo dodici per sorridere.
Proviamoci almeno per una volta….
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