Mi sento vicino a tutta la famiglia. Non doveva
succedere per una partita.
Un episodio così anomalo ma carico di
viltà, un gesto così barbaro come quello di colpire con una pistola
prima di una partita.
Purtroppo Ciro
è solo l’ultimo caso: possiamo purtroppo contare diversi ragazzi deceduti, rei
di tifare per i propri colori in trasferta.
Spesso la vendetta sembra
essere la strada più facile, veloce e soddisfacente, ma mai (e sottolineo mai),
la più giusta.
L’onestà sta nella ragione e non nell’istinto e che alcune
reazioni sono comprensibili ma comunque sbagliate.
L’odio e la violenza sono
spesso le scelte più facili, ma non la più giuste, perché costantemente
fomentate da una rabbia che è difficile, ma necessario domare.
Un confronto nato dal seme dell’odio, non
potrà che terminare in odio, il rischio concreto è poi seguire il precetto
dell' “occhio per occhio,dente per dente”, con cui si verrà probabilmente
ripagati dal ciclo della storia. Tempo al tempo.
Allora occorre tenere i nervi saldi,
vigilare e isolare i predicatori del disprezzo.
Se vogliamo un mondo migliore e una
società più giusta, abbiamo solo bisogno di rompere il circolo dell’odio e
della violenza.
Ora ecco quello che resta è il viso di Ciro Esposito che è morto senza un perché, dei genitori che non rivedranno più il loro figlio e dei ragazzi che erano accanto a lui feriti
nel corpo e nell’anima. Non possiamo e non dobbiamo aggiungere altre sofferenze.
Ora riposa in pace.
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