venerdì 16 maggio 2014

La flessibilità

“La flessibilità del mercato del lavoro si considera, generalmente, la sola risposta possibile alla sempre più aspra concorrenza mondiale. Dal momento che essa implica, che il lavoro non sia più un diritto, la conseguenza di un simile sviluppo, è che si indebolisce il contratto sociale vigente, basato sulla funzione integratrice del lavoro. Si rischia che si arrivi a considerare il lavoro come un rapporto sporadico, casualmente dipendente dalla congiuntura economica mondiale, anziché un impegno reciproco stabile, che va a beneficio sia del datore di lavoro sia dei lavoratori salariati.                
I tradizionali modelli occupazionali europei si basano su un'organizzazione collettiva del lavoro, mentre i modelli di occupazione flessibili tendono a rendere individuale il rapporto datore di lavoro/salariato e a indebolire le identità collettive precedentemente basate sul lavoro.
Per contenere i pericoli della flessibilità, dobbiamo studiare la possibilità di dare vita a nuovi diritti o di reinterpretare quelli esistenti, per facilitare il sempre più frequente passaggio da un lavoro a un altro[1](Terry Davis)[2].



[1]Flexicurity, Flessibilità e welfare. Una sfida da raccogliere”, Sapere 2000, Farrell , 2006, pag. 265
[2] Segretario Generale del Consiglio di Europa.

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