Riporto un passo del libro di Don Oreste Benzi, “Contro l’Ovvio dei Popoli”, che può darci una
perfetta visione dell’importanza dell’educazione per la prevenzione all’utilizzo di sostanze stupefacenti:
“già a cinque anni si può dire se un bambino sarà a rischio di droga. Già nell'età che va dai 3 ai 5 anni si creano le premesse che rendono più difficile al soggetto l'accettazione di sé. L'evoluzione della persona, intesa come essere relazionale, viene pesantemente condizionata nella prima infanzia. Il bambino che a due anni attraversa la fase più acuta del negativismo vuole, senza esserne consapevole, che i grandi si accorgano della sua esistenza. Il bambino che a tre anni fa l'istrione e si mette sempre in evidenza non è certamente vanitoso, ha solo bisogno di attenzione nel senso etimologico della parola (tendere a, essere proteso verso), cioè ha bisogno che ci sia qualcuno proteso verso di lui. Il bambino che a quattro anni pone domande difficili chiede di essere aiutato ad entrare in relazione positiva con una realtà che va oltre la sua persona.
Un altro momento delicatissimo, a cui nessuno generalmente presta molta attenzione, è quello dei 9-10 anni. In questa fase il bambino si sottrae alla tutela dei genitori, specialmente della madre, attraverso il gruppo dei coetanei. Verso i 9-10 anni il gruppo ha più importanza della famiglia.
Compiute queste osservazioni, possiamo affermare con la certezza di essere nella verità che il tossicodipendente è un giovane che in tutto l'arco dell'età evolutiva non ha vissuto relazioni soddisfacenti e non è stato educato a vivere bene le relazioni umane. Tutte le agenzie educative con le quali il tossicodipendente è venuto in contatto dovrebbero esaminarsi per appurare le proprie responsabilità: la famiglia, la scuola, la Chiesa, le aggregazioni di adolescenti e giovani, l'intera società.
La responsabilità dell'uso di sostanze stupefacenti è sempre del soggetto tossicomane, ma le agenzie educative avrebbero potuto rendere più facile il suo cammino verso la maturità se lo avessero educato bene”.
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