martedì 26 novembre 2013

Un nastrino rosso sulla giacca di el condor pasa

Oggi come in tutti i giorni della mia vita porto un ideale nastro rosso sulla giacca, a simboleggiare la mia personale lotta alla violenza sulle donne. 
Non è retorico individuare un giorno specifico dell'anno per urlare a gran voce che "lo scempio finisca", ma un gesto dovuto in tempi bui come quelli che stiamo vivendo. Sarò ripetitivo ma in Italia abbiamo bisogno che la vita prevalga su tutto, e non può esserlo senza l'apporto di chi la vita la dona tutti i giorni. 
Essere donna in questo paese è terribilmente difficile: se non hai un lavoro sei un pericolo perchè potresti avere figli e quindi interrompere la catena della produttività, se sei madre hai il cuore e la testa ai figli per cui non puoi spenderti per un'azienda, se sei incinta molti ti vedono come un'ammalata che non può fare la fila nemmeno al supermercato, hai pochi diritti e tanti doveri, hai le porte per l'affermazione professionale serrate a doppia mandata e le chiavi ce le ha San Pietro. 
Alziamo il capo guardiamo oltre la nebbia che ottenebra i nostri occhi: abbiamo bisogno che la donna ricopra il proprio ruolo nella società. Solo con questa svolta possiamo pensare di uscire da questo nuovo medioevo. Nessuna crescita economica e culturale è possibile se non si interrompe la scia di sangue che ha come protagoniste sventurate le pronipoti di Eva. 
La vita sopra ogni cosa, l'amore motore della nostra società. Un fiocco rosso ideale che cinge uomini e donne. L'altra metà del cielo è azzurra perchè il colore di base è rosa. Ed un ivito a chi ha la fortuna di dividere la propria vita con una donna: come Giovanni XXIII con i bambini portiamo stasera un bacio ed una carezza alla nostra compagna, moglie, fidanzata, madre. 
Avremo combattuto per la libertà e la vita.

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