venerdì 22 novembre 2013

Cosa accomuna Kofi Annan, Yury Fedotov e Papa Francesco?

“Illicit drug destroy innumerable individual lives and undermine our society.
Confronting the illicit trade in drugs and its effects remains a major challenge for the international community. Although the consumption of drugs has been a fact of life for centuries, addiction has mushroomed over the last five decades.
It now demands a determined and international response”, così l’ex Segretario Generale dell’ONU, Kofi Annan, introduceva i risultati del World Drug Report del 1997.
“Drug use affects not only individual users, but also their families, friends, co-workers and communities. Children whose parents take drugs are themselves at greater risk of drug use and other risky behaviours.
Drugs generate crime, street violence and other social problems that harm communities.
In some regions, illicit drug use is contributing to the rapid spread of infectious diseases like HIV and hepatitis”, cosi Yury Fedotov, Direttore Esecutivo dell’Ufficio delle Nazioni Unite contro la droga ed il crimine (UNODC), apriva il World Drug Report del 2011.
“La piaga del narcotraffico, che favorisce la violenza e semina dolore e morte, richiede un atto di coraggio di tutta la società. Non è con la liberalizzazione dell'uso delle droghe, che si potrà ridurre la diffusione e l’influenza della dipendenza chimica. E’ necessario affrontare i problemi che sono alla base del loro uso, promuovendo una maggiore giustizia, educando i giovani ai valori che costruiscono la vita comune, accompagnando chi è in difficoltà e donando speranza nel futuro”.  Così Papa Francesco, nell’ultima Giornata Mondiale della Gioventù in Brasile, concludeva il suo intervento durante la visita alla Comunità di San Francesco.



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