martedì 10 settembre 2013

Crisi e lavoro

Ci stiamo confrontando, con una delle peggiori crisi economiche che il mondo industrializzato abbia mai conosciuto. 
Dal 2009 in poi, abbiamo assistito alla chiusura di migliaia d’imprese, alla collocazione in cassa integrazione, di centinaia di migliaia di lavoratori ed all'improvviso rialzo dell’indice di disoccupazione, tornato a crescere drammaticamente dopo anni di trend occupazionale positivo.
Il nostro Paese però, possiede dei punti di forza che gli possono consentire di far fronte con successo alle conseguenze di queste gravi e profonde crisi economiche di carattere planetario. Non dobbiamo quindi farci prendere dallo sconforto.
La forza dell’Italia risiede nella sua economia “reale”, nel suo sistema socio-economico dinamico, che coniuga tradizione e innovazione, varietà e qualità nell’offerta di prodotti e servizi, apprezzati e richiesti in tutto il mondo. La nostra economia è poco “finanziarizzata”, costruita sui punti di forza dell’industria, del turismo, dell’agricoltura, dell’innovazione, dell’arte e della cultura.
Dobbiamo considerare però che la crisi rappresenta uno stato economico che grava su tutti gli operatori del mercato: è un’opportunità per esprimere idee e ingegno. Pertanto non va subita in modo passivo e indifferente, ma deve essere analizzata e affrontata in maniera lucida e attenta, agendo tempestivamente su tutte le principali leve di creazione del valore, mettendo in atto politiche che favoriscano la crescita, il lavoro, l’equità sociale e fiscale.
Il lavoro è una delle leve del valore: infatti “un mercato del lavoro dinamico, flessibile e inclusivo, è capace di contribuire alla crescita e alla creazione di occupazione di qualità, di stimolare lo sviluppo e la competitività delle imprese, oltre che di tutelare l’occupazione e l’occupabilità dei cittadini”.

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