Ci stiamo confrontando, con una delle peggiori crisi economiche che il mondo
industrializzato abbia mai conosciuto.
Dal 2009 in poi, abbiamo
assistito alla chiusura di migliaia d’imprese, alla collocazione in cassa
integrazione, di centinaia di migliaia di lavoratori ed all'improvviso rialzo
dell’indice di disoccupazione, tornato a crescere drammaticamente dopo anni di
trend occupazionale positivo.
Il nostro Paese però, possiede dei punti di forza che gli possono
consentire di far fronte con successo alle conseguenze di queste gravi e
profonde crisi economiche di carattere planetario. Non dobbiamo quindi farci
prendere dallo sconforto.
La forza dell’Italia risiede nella sua economia “reale”, nel suo sistema
socio-economico dinamico, che coniuga tradizione e innovazione, varietà e
qualità nell’offerta di prodotti e servizi, apprezzati e richiesti in tutto il
mondo. La nostra economia è poco “finanziarizzata”, costruita sui punti di
forza dell’industria, del turismo, dell’agricoltura,
dell’innovazione, dell’arte e della cultura.
Dobbiamo considerare però
che la crisi rappresenta uno stato economico che grava su tutti
gli operatori del mercato: è un’opportunità per esprimere idee e ingegno.
Pertanto non va subita in modo passivo e indifferente, ma deve essere
analizzata e affrontata in maniera lucida e attenta, agendo tempestivamente
su tutte le principali leve di creazione del valore, mettendo in atto
politiche che favoriscano la crescita, il lavoro, l’equità sociale e fiscale.
Il lavoro è una delle leve del valore: infatti “un mercato del lavoro dinamico, flessibile e
inclusivo, è capace di contribuire alla crescita e alla creazione di
occupazione di qualità, di stimolare lo sviluppo e la competitività delle
imprese, oltre che di tutelare l’occupazione e l’occupabilità dei cittadini”.
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