Mi sono laureato nel 1999 in Scienze politiche e durante i miei
primi colloqui di lavoro mi accorsi che per molti era una facoltà di scarso
interesse.
Infatti quando si chiede quali siano le
caratteristiche formative di questa Facoltà ci si sente rispondere “tutto e
niente” oppure “forma tuttologi”.
In realtà la
varietà di materie che vengono trattate garantiscono allo studente una
formazione vasta su diversi aspetti: lingue, diritto, economia, storia,
geografia. Ma dipende anche dall'indirizzo scelto dallo studente: indirizzo
internazionale, amministrativo, economico, che variano a seconda dell'offerta
formativa dell'Ateneo in cui si studia.
La Facoltà di Scienze politiche è fra
le preferite da quanti manifestano una forte propensione verso il politico e il
sociale ed hanno la curiosità di approfondire la conoscenza delle istituzioni
anche a livello storico e teorico. Essa si pone l’obiettivo di analizzare,
comprendere e spiegare i meccanismi della vita politica e della società; di
conseguenza, si distingue per una formazione vasta ed interdisciplinare,
costituita da un’ampia offerta di insegnamenti che vanno dalle materie
economiche e giuridiche, a quelle linguistiche, politologiche, sociologiche,
statistiche e storiche.
Per questa ragione gli studenti
acquisiscono un bagaglio versatile e completo, fatto di conoscenze idonee a
sviluppare elevate capacità di comprensione e valutazione critica dei fenomeni
socio-economici e politico-istituzionali, consentendo una partecipazione attiva
alla vita civile e politica.
In una società altamente flessibile
come la contemporanea, la duttilità del laureato in Scienze politiche appare
molto preziosa per le aziende e vincente nel mercato del lavoro in quanto
permette l’inserimento in contesti lavorativi molteplici.
E' una formazione che premia anche in termini occupazionali. I
laureati in Scienze politiche, a tre anni dall'ottenimento del titolo di
studio, risultano occupati in percentuale superiore alla media nazionale dei
laureati.
Sebbene non sia facile definire a priori lo sbocco privilegiato
del laureato in Scienze Politiche, queste sono alcune delle figure
professionali più ricorrenti:
· responsabile in imprese:
viene impiegato generalmente nei settori interni relativi, alla gestione delle
risorse umane e alle relazioni esterne;
· giornalista:
può essere un libero professionista “free-lance” per varie testate, oppure un
dipendente presso quotidiani, periodici o emittenti radiotelevisive;
· operatore
e dirigente sindacale: è responsabile della contrattazione collettiva nazionale
e locale, o delle politiche di sviluppo e del mercato del lavoro.
Nel 2002 una indagine dell'Università di
Pisa su “Gli sbocchi professionali dei laureati in Scienze politiche”,
realizzata sui dati della IV indagine AlmaLaurea sulla condizione occupazionale
dei laureati, fornisce un importante dato sulle prospettive occupazionali che
questa facoltà offre confrontata con facoltà come Economia e Giurisprudenza.
Tra i risultati più interessanti, emerge, ad un anno dalla laurea,
l'elevato tasso di occupazione (70,5%), superiore di oltre 9 punti percentuali
rispetto alla media di tutte le facoltà (61,1%); a tre anni dalla laurea il tasso
di occupazione sale ulteriormente fino all'83%.
Tuttavia l'analisi della “qualità” del
lavoro svolto non fornisce dati altrettanto confortanti: solo per un terzo dei
laureati in Scienze politiche la laurea risulta “efficace o molto efficace” (lo
è invece per oltre la metà dei laureati del complesso delle facoltà) e l'
“indice di qualità” si attesta su un valore di 67 su una scala da 0 a 100
(72 è il valore rilevato per tutte le facoltà).
Alla fine questa facoltà non è poi cosi
tanto male….
Nessun commento:
Posta un commento