venerdì 23 agosto 2013

Scienze politiche

Mi sono laureato nel 1999 in Scienze politiche e durante i miei primi colloqui di lavoro mi accorsi che per molti era una facoltà di scarso interesse.

Infatti quando si chiede quali siano le caratteristiche formative di questa Facoltà ci si sente rispondere “tutto e niente” oppure “forma tuttologi”.

In realtà la varietà di materie che vengono trattate garantiscono allo studente una formazione vasta su diversi aspetti: lingue, diritto, economia, storia, geografia. Ma dipende anche dall'indirizzo scelto dallo studente: indirizzo internazionale, amministrativo, economico, che variano a seconda dell'offerta formativa dell'Ateneo in cui si studia.

La Facoltà di Scienze politiche è fra le preferite da quanti manifestano una forte propensione verso il politico e il sociale ed hanno la curiosità di approfondire la conoscenza delle istituzioni anche a livello storico e teorico.  Essa si pone l’obiettivo di analizzare, comprendere e spiegare i meccanismi della vita politica e della società; di conseguenza, si distingue per una formazione vasta ed interdisciplinare, costituita da un’ampia offerta di insegnamenti che vanno dalle materie economiche e giuridiche, a quelle linguistiche, politologiche, sociologiche, statistiche e storiche. 

Per questa ragione gli studenti acquisiscono un bagaglio versatile e completo, fatto di conoscenze idonee a sviluppare elevate capacità di comprensione e valutazione critica dei fenomeni socio-economici e politico-istituzionali, consentendo una partecipazione attiva alla vita civile e politica. 

In una società altamente flessibile come la contemporanea, la duttilità del laureato in Scienze politiche appare molto preziosa per le aziende e vincente nel mercato del lavoro in quanto permette l’inserimento in contesti lavorativi molteplici. 

E' una formazione che premia anche in termini occupazionali. I laureati in Scienze politiche, a tre anni dall'ottenimento del titolo di studio, risultano occupati in percentuale superiore alla media nazionale dei laureati.
Sebbene non sia facile definire a priori lo sbocco privilegiato del laureato in Scienze Politiche, queste sono alcune delle figure professionali più ricorrenti:
·       responsabile in imprese: viene impiegato generalmente nei settori interni relativi, alla gestione delle risorse umane e alle relazioni esterne;
·       giornalista: può essere un libero professionista “free-lance” per varie testate, oppure un dipendente presso quotidiani, periodici o emittenti radiotelevisive;
·       operatore e dirigente sindacale: è responsabile della contrattazione collettiva nazionale e locale, o delle politiche di sviluppo e del mercato del lavoro.
Nel 2002 una indagine dell'Università di Pisa su “Gli sbocchi professionali dei laureati in Scienze politiche”, realizzata sui dati della IV indagine AlmaLaurea sulla condizione occupazionale dei laureati, fornisce un importante dato sulle prospettive occupazionali che questa facoltà offre confrontata con facoltà come Economia e Giurisprudenza.
Tra i risultati più interessanti, emerge, ad un anno dalla laurea, l'elevato tasso di occupazione (70,5%), superiore di oltre 9 punti percentuali rispetto alla media di tutte le facoltà (61,1%); a tre anni dalla laurea il tasso di occupazione sale ulteriormente fino all'83%.
Tuttavia l'analisi della “qualità” del lavoro svolto non fornisce dati altrettanto confortanti: solo per un terzo dei laureati in Scienze politiche la laurea risulta “efficace o molto efficace” (lo è invece per oltre la metà dei laureati del complesso delle facoltà) e l' “indice di qualità” si attesta su un valore di 67 su una scala da 0 a 100 (72 è il valore rilevato per tutte le facoltà). 
Alla fine questa facoltà non è poi cosi tanto male….

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