Oggi è venuto a mancare il Cardinale Ersilio Tonini che nella sua lunga vita ha sempre dato amore e affiancato coloro che sono caduti nel tunnel della droga. Non tutti sanno che da arcivescovo di Ravenna lasciò l’appartamento vescovile ad una piccola comunità di tossicodipendenti e si ritirò a vivere fino all’ultimo dei suoi giorni nell’istituto Santa Teresa per malati gravi.
Riprendo la sua prefazione del libro di Don Oreste Benzi, Contro l'ovvio dei popoli Provocazioni su droga, comunità terapeutiche, vere e false guarigioni:
"L'atteggiamento giusto per guardare al fenomeno della tossicodipendenza è una grande umanità. Siamo di fronte a un fenomeno che attinge alla radice dell'uomo e che ci fa conoscere quanto l'uomo sia un essere misterioso, carico di segreti.....Bisogna allora rendersi conto che la tossicodipendenza è un fenomeno che coinvolge la radicalità dell'uomo. Coinvolge l'uomo non appena nei suoi aspetti e comportamenti superficiali, ma in profondità, alla radice del suo stesso essere.
A portare un giovane nel tunnel della droga è una confluenza di cause. Pur rimanendo l'enigma, l'esperienza ha messo in luce alcuni elementi che sempre sono all'origine della tossicodipendenza. Il primo elemento, non ci sono dubbi, è la famiglia. A volte può essere anche una situazione indefinibile, inafferrabile: o la tensione soggiacente e inespressa fra padre e madre o un padre corrivo o una madre troppo ingombrante e protettiva.
L'esperienza dice inoltre come nella storia dei ragazzi tossicodipendenti ci sia sempre la sensazione di valere niente....I giovani arrivano alle comunità terapeutiche convinti di valere niente e decisi a lasciarsi morire. Non appena un ragazzo scopre che c'è qualcosa di buono anche dentro di lui, inizia il suo cammino verso la vita.
Se le cause profonde della tossicodipendenza rimangono in gran parte misteriose, possiamo dire qualcosa di certo sulla prevenzione.
Per prevenire bisogna prendere sul serio il problema educativo. Troppi sono convinti che un ragazzo cresca solo dandogli da mangiare o delle cose. Niente di più sbagliato. Solo una formazione equilibrata salva dallo squilibrio, dalla rottura della personalità. E in questa formazione anche la mente richiede la sua parte e cioè forti convincimenti.
Oggi abbiamo una cultura secondo la quale niente c'è di certo e pertanto io sono libero e padrone di me, le mie scelte trasgressive sono espressione della mia libertà e della mia piena umanità. Sui fondamenti di questa cultura si costruisce poco. Diverso è quando la persona avverte che c'è una verità. Tu sei stato preceduto nell'essere, l'essere è un dono: è da questo convincimento che parte la salvezza, la creazione di una tensione morale. E nel bambino di sei anni che bi sogna creare la tensione morale che poi si svilupperà insieme alla crescita fisica e psicologica del soggetto. Cosa vuole dire tensione morale? Tendere a fare qualcosa di buono della propria vita. L'educazione deve essere in grado di comunicare al ragazzo i valori autentici: ciò che lo fa prezioso, ciò che lo fa migliore, ciò che lo arricchisce. Già il pensiero greco, prima di Cristo, aveva scoperto che la grandezza dell'uomo sta nella sua coscienza interiore. I vizi diventano padroni della sua vita, mentre le virtù sono dominio, capacità. La vera libertà – questo è il punto – è poter disporre di sé. La madre educatrice è quella che aiuta il figlio a conquistare se stesso e non si limita a dargli delle cose. Ma il problema educativo non può non coinvolgere anche la Chiesa. Il fenomeno della tossicodipendenza è un forte richiamo, è un segno dei tempi. Anche la Chiesa deve chiedersi a cosa serve la religiosità se non riesce a salvare un ragazzo dal suo fallimento personale. Quale religiosità può salvare? Certo non la religiosità formale o il pietismo.
La sfida della tossicodipendenza ci richiama all'essenziale del messaggio cristiano. Fate capire ad un ragazzo che egli è il bene di Dio, che Dio è interessato a lui come a nessun altra cosa al mondo, e vedrete cosa verrà fuori da quel ragazzo. La comunità cristiana tradisce i giovani se non offre loro la sapienza che ha ricevuto dal Signore".
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