Vorrei partire da una semplice riflessione: il furto è un reato ritenuto
riprovevole dalla società; prendere un vestito in un negozio senza passare
dalla cassa, può comportare l’arresto ed un processo penale. Non pagare le
imposte per milioni di euro, male che vada, può comportare qualche sanzione
amministrativa, peraltro fortemente ridotta dai ricorrenti condoni.
Eppure, è di tutta evidenza che la sottrazione di
qualche milione di euro arreca alla società danni concreti ben più gravi del
furto del vestito, poiché equivale a minori risorse disponibili per i servizi
sociali, per la sanità, per l’istruzione e per la collettività. Senza
considerare la concorrenza sleale che un contribuente lestofante fa a tutti i
componenti della sua categoria che, invece, si comportano in modo fiscalmente
corretto.
Ma il furto della cosa privata colpisce la
collettività, che da esso si sente in qualche modo minacciata, mentre il furto
della cosa pubblica viene tollerato e, talvolta, percepito come una furbizia.
Da qui, dunque, bisogna partire, dalla riscoperta del valore della legalità fiscale.
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