I coltivatori delle piantagioni di droga guadagnano,
complessivamente una cifra pari all'1% dell'effettivo guadagno del traffico
internazionale di droga, per il 99% saldamente in mano ai narcotrafficanti.
Gli indicatori economici dimostrano che
dall'Afghanistan alla Colombia c'e' un rapporto inversamente proporzionale fra la
produzione di droghe illecite e la crescita economica di un Paese. Anzi, piu'
un Paese produce droghe e piu' e' condannato al sottosviluppo. Infatti,
malgrado i guadagni immediati derivanti dalla coltivazione di droghe, la
destabilizzazione a lungo termine delle strutture dello Stato, dell'economia e
della societa' civile impedisce lo sviluppo del capitale umano e alimenta il
narcotraffico.
L’evidente conseguenza di questo ragionamento
è quello che le droghe generano guadagni a brevissmo termine per pochi (i
narcotrafficanti) e perdite a lungo termine per molti.
Dall'analisi degli indicatori di sviluppo si
evince che, proprio perche' gran parte degli introiti alimenta il
narcotraffico, la produzione di droga aumenta solo a breve termine lo sviluppo
economico, mentre la riconversione in altri tipi di colture assicura lo
sviluppo sostenibile e a lungo termine dei vari Paesi.
In Afghanistan, la crescita economica del
Paese e' stata negativa da quando e' iniziata la coltivazione su vasta scala
dell'oppio, senza contribuire allo sviluppo socio-economico del Paese e
acutizzando la guerra civile.
Al contrario, Pakistan e Iran, che hanno
ridotto o eliminato completamente la produzione di oppio, hanno registrato
tassi positivi di crescita sia negli anni '80 che '90.
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