Martedì 4 giugno u.s., presso la sede della Provincia di
Trieste, è stato sottoscritto un Protocollo di Intesa finalizzato
all’attuazione di “misure di politica
attiva del lavoro dirette a favorire la ricollocazione professionale di
lavoratori in somministrazione che, alla fine del 2012 e nel corso del 2013,
hanno esaurito il periodo di missione presso Alcatel Lucent Italia S.p.A.”.
Si tratta sicuramente di un importante esempio di collaborazione
e di sinergia tra attore pubblico (Centro per l’Impiego) ed attore privato
(Agenzie per il Lavoro) che danno vita, nella nostro impianto normativo, ai
Servizi per l’Impiego di cui tanto oggi si sente parlare.
Il Protocollo, sottoscritto dall’assessore provinciale al
lavoro, Adele Pino, ha visto anche fattivo il coinvolgimento della stessa
Alcatel (nello specifico, in veste di azienda utilizzatrice dei lavoratori in
somministrazione) e delle organizzazioni sindacali.
Vediamo più nel dettaglio quali sono i contenuti di questo
Protocollo d’Intesa, partendo dai suoi presupposti storici.
Nel mese di luglio dello scorso anno Alcatel Lucent Italia
S.p.A. ha sottoscritto presso il Ministero dello Sviluppo Economico, un accordo
sindacale che prevedeva, nel sito produttivo di Trieste, l’assunzione diretta
ed a tempo indeterminato di n. 100 lavoratori da individuarsi tra quelli già in
forza con contratto di somministrazione di lavoro a tempo determinato,
demandandone la definizione ad un tavolo sindacale locale.
Le assunzioni sono avvenute nel periodo ottobre-dicembre 2012 a seguito della
sottoscrizione, in data 15 novembre 2012 , di un apposito accordo sindacale tra
Alcatel Lucent Italia, Fim Cisl, Fiom CGIL, Uilm UIL provinciali e le RSU
locali.
Nell’ambito del confronto sindacale da cui è scaturito
l’accordo sopra citato, le parti hanno preso atto che l’andamento non costante
e difficilmente preventivabile dei carichi di lavoro dovuto anche al
prolungarsi della crisi economica, nonché alla delocalizzazione produttiva in
atto verso la Romania di parte dell’attività dello stabilimento di Trieste,
avrebbe comportato, tra la fine del 2012 e la fine 2013, una riduzione del
ricorso alla somministrazione di lavoro con conseguente cessazione di numerose
assegnazioni di lavoratori utilizzati presso il predetto stabilimento. Tutto
ciò imponeva l’adozione di misure straordinarie e sempre più incisive in merito
alle politiche attive e al rafforzamento della rioccupabilità di tali
lavoratori.
Per dar seguito a tali considerazioni, nell’ottica di
individuare e porre in essere azioni a supporto della ricollocazione di tali
lavoratori, si è deciso di costituire un “Tavolo di confronto” che ha visto la
presenza di:
-
Alcatel
Lucent
-
Fim
Cisl, Fiom CGIL, Uilm UIL provinciali
-
RSU
locali
-
Istituzioni:
Regione Friuli Venezia Giulia, Provincia di Trieste
-
Agenzie
per il Lavoro coinvolte nel sito: Adecco, Manpower, Openjob Metis
-
Rappresentanti
provinciali delle organizzazioni sindacali dei lavoratori somministrati: Nidil
CGIL, Felsa CISL e UIL TEM.p@
-
Rappresentanti
dei lavoratori in somministrazione all’interno di Alcatel Lucent.
Il “Tavolo di confronto” si è riunito più volte nel periodo
novembre 2012-aprile 2013, sviluppando e ponendo in essere, nel confronto tra
tutte le Parti, una serie di iniziative congiunte finalizzate al reinserimento
professionale delle persone che progressivamente cessavano la loro assegnazione.
Tali iniziative sono da ultimo confluite nell’accordo del 4
giugno, con l’intento di portarle in beneficio di chi vedrà cessare il proprio
contratto di lavoro nel corso del 2013, con definizione dell’attore di volta in
volta coinvolto o della prevista collaborazione tra più attori. Pensiamo valga
la pena riportare con un certo grado di dettaglio le molteplici attività descritte
nell’accordo::
1.
Colloqui individuali svolti dalle Agenzie per il Lavoro
a.
Presentazione
del progetto
b.
Informativa
sulle procedure da seguire per accedere agli ammortizzatori sociali
c.
Definire
il progetto professionale
d.
Lavorare
sul concetto di cambiamento
e.
Elaborazione/aggiornamento
del proprio curriculum vitae con particolare focus sulle competenze acquisite
durante il percorso professionale in Alcatel
f.
Ruolo
del Centro per l’impiego
2.
Colloqui di orientamento al lavoro svolti dal Centro per l’Impiego
a.
Analisi
del profilo del lavoratore (percorso di studi,di formazione e di lavoro)
b.
Disponibilità
all’impiego
c.
Sottoscrizione
patto di servizio e PAI in cui si definiscono le azioni utili alla
ricollocazione (tirocini formativi, work experience e corsi di formazione)
d.
Informazioni
personalizzate su: sgravi fiscali, incentivi nazionali e regionali e contributi
per creazione nuova attività
e.
Esempi
utili per la ricerca attiva del lavoro in Provincia e in Regione
3.
Orientamento formativo di gruppo
svolti congiuntamente da Agenzie per il Lavoro e Centro per l’Impiego
a.
Informazione strutturata e orientativa di gruppo:
servizi e opportunità di CPI
Provincia di Trieste, Regione e APL
b.
Ruolo CPI e APL
c.
Orientamento forme contrattuali esistenti alla luce
della Riforma Fornero
d.
Evoluzione
del mercato del lavoro
e.
Percorso di occupabilità/scelta dell’obiettivo
professionale/percorsi di formazione – eventuale da decidere al termine dei colloqui individuali.
f.
Redazione del Cv e della lettera di presentazione
g.
Role play: simulazione di un colloquio di lavoro
h.
Presentazione dei canali per la ricerca attiva del
lavoro: JoB Site, Associazioni di Categoria, Informagiovani, Centri di
Formazione, Canali on e off line
4.
Corsi di formazione
a.
Le
Agenzie per il Lavoro verificheranno, caso per caso, l’adozione di attività di
formazione, da organizzarsi su base individuale o in classi, anche attraverso
l’utilizzo del Fondo bilaterale Forma.Temp nella misura in cui ne ricorra la
fattibilità
b.
La
Provincia di Trieste, per favorire la ricollocazione dei lavoratori, mette a
disposizione percorsi formativi che verranno programmati considerando le reali
richieste del mercato del lavoro, attraverso le risorse assegnate, dalla
Regione Friuli Venezia Giulia,
5.
Ricerca di posizioni lavorative e accompagnamento all’inserimento
lavorativo
a.
verifica
sulle opportunità lavorative presenti nel mercato del lavoro locale e selezione
delle aziende che per caratteristiche legate al settore di appartenenza ed alle
dimensioni potrebbero essere interessate alla ricollocazione dei lavoratori (a
cura delle Agenzie per il Lavoro e del Centro per l’Impiego)
b.
contatti
diretti con le aziende individuate per la realizzazione dell’incontro
domanda/offerta di lavoro (a cura delle Agenzie per il Lavoro)
6.
Azioni periodiche di monitoraggio trimestrale e verifica quadrimestrale
con il tavolo di lavoro
Con la sottoscrizione del Protocollo di intesa le Parti, con
l’esclusione della sola Fiom provinciale che all’ultimo momento ha comunicato
la propria volontà di non sottoscrivere l’Accordo, hanno concordato che il processo
sopra illustrato, già sperimentato nei sei mesi trascorsi, costituirà un
modello di riferimento da proseguire e monitorare nel tempo, a fronte del
persistere delle necessità che l’hanno generato.
L’esperienza descritta rappresenta un esempio di efficiente
e proficua collaborazione di intenti ed azioni tra tutti i soggetti chiamati a,
o in grado di, apportare il proprio contributo nella gestione dei casi di fine
lavoro; un esempio di come le difficoltà occupazionali possono essere
affrontate – con costruzione, dialogo e assenza di conflittualità - con l’intento
primario di costruire a favore dei lavoratori un percorso di accesso a nuove
occasioni lavorative.
Il tessuto produttivo, la generazione di opportunità
lavorative rappresentano certo un presupposto economico essenziale, ma una
solida e assistita gestione del percorso successivo alla perdita del lavoro
costituisce – anche in un momento di difficoltà occupazionali – elemento
fondamentale per avvicinare il momento della rioccupazione. A nostro parere, un
servizio irrinunciabile a favore della persona.
In questa logica, nel perseguimento di un obiettivo tanto
significativo proprio in un contesto di emergenza economica, la sinergia tra
pubblico e privato deve essere alimentata e facilitata, anche solo per la
necessità di mettere in campo tutte le soluzioni, tutte le forze, disponibili.
Purtroppo, ci sia consentita questa ultima annotazione, di
fronte a contesti di difficoltà ed esigenze di intervento tanto evidenti, ma
anche ad esempi di “buon governo” quale quello descritto, manca nel nostro
Paese un modello d’azione stabile, certo e consolidato; o, ancore prima,
risorse (umane ed economiche) stabilmente e professionalmente destinate ad
intervenire in sostegno della persona nella fase di transizione da un’occupazione
all’altra.
Questo scritto si è alimentato dall’auspicio di poter
contribuire, con la forza di un esempio concreto, a stimolare il dialogo e le
azioni utili a completare il percorso che ci separa da servizi completi ed
efficienti a favore del lavoratore.
19 giugno 2013
Mauro Soldera
Ottimo esempio di politica attiva.
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