Il reddito di cittadinanza di cui si parla
molto in questi giorni, in quanto uno dei punti principali su cui si batte il
M5s, può essere definito come la somma di denaro mensile che ogni cittadino non
occupato dovrebbe ricevere come membro della comunità nazionale, un' operazione
che dovrebbe costare in Italia almeno 36 miliardi di euro.
Il problema a mio
parere non é il costo e l' eventuale copertura finanziaria, ma dobbiamo
riflettere in uno Stato come quello italiano sugli effetti sociali e sul
comportamento individuale che si sussegue al ricevimento di questa somma e come
si cambiano le attitudini e i comportamenti nel ricevere una somma dallo Stato
senza potersela guadagnare.
Il reddito di cittadinanza è sicuramente una
risposta alla perdita di posti di lavoro, forse anche come risposta alla
illusione della piena occupazione.
Ci sono dei sostenitori del reddito di
cittadinanza ad esempio l' imprenditore tedesco Gotz Werner che lo sostiene
perché a suo parere da esso si può aspettare un miglioramento del mondo del
lavoro, infatti se non si fosse costretti ad accettare occupazione mal
retribuita la legge della domanda e offerta di lavoro imporrebbe ai datori di
lavoro di fare proposte più vantaggiose.
A mio parere il rischio in Italia è
che questa ipotesi potrebbe favorire un aumento del tasso di disoccupazione, nel senso che con la
sicurezza di un reddito, si eviterebbero determinati lavori e si preferirebbe
eventualmente il lavoro nero. A questo aggiungo che non credo sia un incentivo
contro la rassegnazione e l' apatia.
Lo Stato deve mettere come priorità il
lavoro per dare a tutti la possibilità di esercitare un diritto
costituzionalmente contemplato.
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