Oggi 20 maggio 2013, ricorre il quattordicesimo anniversario della morte del Prof. Massimo D'Antona, ucciso dalle nuove Brigate Rosse. Fu terribile: qualche giorno prima avevo sostenuto l' esame di diritto del lavoro e lui era li sorridente in aula come sempre. Quel 20 maggio ero in facoltà e la notizia sconvolse quella tiepida mattinata di maggio e lasciò noi studenti e tutti i professori, increduli e senza parole.
Ricordarlo è un dovere e un segno di attenzione umana e civile. Non dobbiamo mai dimenticare il suo esempio e di tutti quei servitori dello Stato che hanno perso la vita per mano dei terroristi. Queste morti violente ci devono far riflettere: non devono esistere ragioni di dissenso politico o sociale che possano giustificare forme di ricorso alla forza destinate a sfociare in atti così efferati. Oggi quindi, oltre il ricordo del Prof. Massimo D'Antona, è necessario ricordare le storie di tutte le vittime di atti terroristici e dei loro familiari che ogni giorno devono sopportare il dolore fisico e morale di avere perso i propri cari a causa di questi insensati e ingiustificabili atti di violenza.
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