Puntuale come la crisi, l'onda lunga degli scandali alimentari occupa le prime pagine dei giornali. E però occorre essere capaci di discernere le responsabilità dalle inefficienze, il dolo dalla superficialità. E individuare chi, un mai troppo rimpianto ex presidente americano, George W. Bush, avrebbe additato come colui che ha "la pistola fumante".
La vicenda della carne equina nelle paste di mezza Europa è una storia di superficialità. Superficiali, (stranamente) inefficienti (?), i controlli della multinazionale che vende il prodotto finito; superficiali i mezzi di comunicazione che non hanno fatto altro che diffondere mediaticamente la paura del virus come gli untori manzoniani. Hanno gridato allo scandalo e basta, senza dire che la carne equina, di per sé, non fa male all'uomo giacché i nostri nonni ne facevano incetta per via del generoso contenuto di ferro. Inefficace è stata la Ue che, a seguito dello scandalo – quello sì, che ha provocato numerosi morti – non ha colto l'occasione per imporre l'etichettatura a tutta la carne ma solo a quella bovina (dopo la "Mucca Pazza") ed agli avicunicoli in seguito all'aviaria. Come se servissero decine di morti per prendere provvedimenti elementari. Il dolo, la truffa, l'hanno compiuta, ai danni della stessa multinazionale, gli allevatori dell'est europeo che hanno venduto cavallo (vecchio) per manzo (giovane), realizzando un mark - up scorretto che autorizza far parlare gli euro-scettici e pone serissimi dubbi sul funzionamento dei controlli istituzionali di quei paesi.
La vicenda, brutta, che configura una frode al consumatore che non sa quello che mangia, ci deve insegnare ad essere spinoziani e non aristotelici, almeno in questo; se non abbandoni l'idolo (le pressioni dei paesi che non vogliono l'etichettatura e la tracciabilità obbligatorie per tutto) niente potrà essere causa sui; non potrai avere certezze. Ma c'è di più.
E' più recente il caso del topicida nell'insalata. La verdura è stata prodotta in provincia di Salerno il 26 febbraio. Il topicida rinvenuto in Germania cinque giorni dopo. I controlli istituzionali italiani sono i migliori d'Europa, inoltre quel topicida non è compatibile con gli alimenti e non è pensabile che qualcuno possa utilizzarlo sull'insalata raccolta e lavorata per essere spedita. E' molto più probabile che ci sia finito durante la permanenza in qualche deposito in Germania; i depositi, di solito, sono occupati dai topi, non le serre. L'eco è stata immediata (più tra i teutonici che da noi, per la verità).
Viene da dire che, dopo i presunti cetrioli killer ( e la mozzarella blu), i più grandi scandali alimentari europei nascono (o vengono scoperti) in Germania, forse a significare che da loro i controlli non ottengono molti risultati. Rimane salva la reputazione dei produttori agricoli italiani poiché è evidente che le frodi e le sofisticazioni avvengono al di fuori dell'azienda agricola che non ha interesse ad immettere sul mercato prodotti non salubri. Col regime dei controlli che abbiamo, sarebbero costrette a chiudere subito.
L'impressione suscitata in tutto il mondo dalle vicende alimentari rischia di nuocere moltissimo all'Italia; l'Italian sounding è un brand che piace molto nel mondo e ogni parziale sospetto sulle nostre produzioni mette a rischio in maniera pericolosa le nostre aziende. Ci vorrebbe una sana assunzione di responsabilità da parte di un governo nazionale e del relativo Ministro delle Politiche Agricole, ed un impegno costante in sede europea per perorare la causa della tracciabilità completa che le nostre aziende sostengono da anni. E poi, non dimentichiamo che siamo in fase conclusiva sul negoziato per la futura Pac e l'Italia rischia di perdere 6 miliardi l'anno di contributi. Che cosa fa la politica? Urgono risposte concrete e senso di responsabilità, come il recente declassamento operato da Fitch dovrebbe far comprendere.
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