Sono passati trentatre anni dalla morte di Oscar Romero, arcivescovo di San Salvador, il 24 marzo del 1980, ucciso sull’altare, con un solo colpo di fucile nel petto, mentre celebrava l'Eucaristia, nella cappella del'ospedale della Divina Provvidenza.
Romero criticò fortemente il potere politico e giuridico di El Salvador e divento' piano piano conosciutissimo e temutissimo.
Le sue messe erano sempre affollatissime e le sue celebri omelie erano, oltre che pubblicate sul giornale, anche trasmesse dalla radio della diocesi, in modo da consentirne l'ascolto anche a chi non poteva raggiungere la chiesa. Fu ucciso per il suo impegno per i più poveri.
Le sue messe erano sempre affollatissime e le sue celebri omelie erano, oltre che pubblicate sul giornale, anche trasmesse dalla radio della diocesi, in modo da consentirne l'ascolto anche a chi non poteva raggiungere la chiesa. Fu ucciso per il suo impegno per i più poveri.
Romero non si sentiva un eroe e aveva paura di morire come qualsiasi essere umano.
Un mese prima di morire scrisse : "Ho paura per la violenza verso la mia persona. Sono stato avvertito di serie minacce proprio per questa settimana. Temo per la debolezza della carne ma chiedo al Signore che mi dia serenità e perseveranza… Gesù Cristo assistette i martiri e, se necessario, lo sentirò più vicino nell’affidargli il mio ultimo respiro. Ma più prezioso che il momento di morire è affidargli tutta la vita, vivere per lui".
Un mese prima di morire scrisse : "Ho paura per la violenza verso la mia persona. Sono stato avvertito di serie minacce proprio per questa settimana. Temo per la debolezza della carne ma chiedo al Signore che mi dia serenità e perseveranza… Gesù Cristo assistette i martiri e, se necessario, lo sentirò più vicino nell’affidargli il mio ultimo respiro. Ma più prezioso che il momento di morire è affidargli tutta la vita, vivere per lui".
Nessun commento:
Posta un commento