sabato 23 marzo 2013

I crediti delle pubbliche amministrazioni: quando una Legge non basta

La pubblica amministrazione continua a pagare con enorme ritardo i suoi fornitori, nonostante le direttive comunitarie e le norme nazionali di recepimento che invocano tempi rapidi e prevedono gravi sanzioni in caso di ritardo. E’ purtroppo un’evidente patologia del sistema.
Il tema dei ritardi di pagamento, è da diversi anni uno snodo importante della situazione economica del nostro paese ed è di stretta attualità in un periodo di crisi  economica come quella che stiamo purtroppo vivendo da qualche anno.
Le imprese se forniscono un bene o un servizio, devono essere pagate in tempi rapidi altrimenti sono soggette ad oneri aggiuntivi rappresentati dal costo che si determina dal momento della consegna dei beni e servizi (spese in massima parte già sostenute) a quello dell’incasso del corrispettivo, che avvenendo molte volte con diversi mesi di ritardo, porta  a conseguenti squilibri, nei costi gestionali delle stesse imprese.
La norma in vigore da gennaio di quest’anno, doveva sveltire i pagamenti, ma ha poco senso se non si lavora sui molteplici adempimenti delle pa nella gestione del contratto che finiscono per ritardare i pagamenti: es la prassi di talune amministrazioni di ritardare i tempi di collaudo delle opere, con il risultato di dilatare ancora di più i tempi di pagamento; la presa in carico dei consegnatari; la momentanea indisponibilità di cassa e ill ritardo di attribuzione dei poteri di spesa nei primi mesi dell’anno. 
In definitiva occorre una semplificazione dei procedimenti amministrativi contabili.

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