domenica 17 febbraio 2013

La Roma sgambetta la Signora e ritrova il sorriso di Andrea Marta


Per come si era arrivati a questo Roma-Juventus, i giallorossi hanno compiuto un’autentica impresa. La squadra, il cui ultimo successo in campionato risaliva addirittura all’ultima gara prenatalizia dell’Olimpico contro il Milan, appariva infatti in caduta libera, con malumori crescenti al proprio interno e polemiche a dismisura.
Sfida dunque dal pronostico piuttosto chiuso, con una Juventus reduce dalla cavalcata vittoriosa di Glasgow in Champions ed una formazione che davvero sembrava “tanta roba” al cospetto di questa Roma.
E invece, come spesso succede nel calcio, la realtà si è dimostrata ben diversa dalle previsioni. Sono bastati pochi minuti dal fischio d’inizio dell’arbitro Rocchi di Firenze per ammirare una Roma concentrata e determinata.
Un 3-4-1-2 disegnato da Aurelio Andreazzoli, con Stekelemburg a presidio dei pali, linea difensiva a 3 composta da Piris, Burdisso e Marquinhos; centrocampo a 4 con De Rossi e Pjanic centrali, Torosidis e Marquinho esterni, Totti dietro le due punte Osvaldo e Lamela.
Diciamo subito che è stato un primo tempo molto bloccato. La Roma è partita bene, subito con Osvaldo pericoloso ma troppo defilato rispetto alla porta bianconera per riuscire a sbloccare il risultato. Poi però il team di Conte è cresciuto con il passar dei minuti, prendendo il controllo delle operazioni. Ma, al di là di un calcio piazzato di Pirlo che ha costretto Stekelemburg ad un ottimo intervento, i bianconeri non hanno prodotto granchè.
Ripresa di tutt’altro spessore, con una partita caratterizzata da continui capovolgimenti di fronte che hanno reso l’atmosfera davvero elettrica. E la Roma ha trovato il vantaggio, con un missile da fuori area di capitan Totti, il quale calciava con violenza inaudita un pallone vacante fuori area ribattuto da un difensore bianconero dopo una punizione di Pjanic.
Era la rete 224 che portava Francesco ad una sola lunghezza da Nordhal. Ma soprattutto era il goal scacciacrisi dopo una settimana difficilissima in quel di Trigoria. Tifosi in delirio e tutti, ma proprio tutti i componenti dello staff, oltre ai giocatori, si radunavano in un abbraccio strettissimo.
Incassato il colpo, la Juve ripartiva senza però dare l’impressione di mettere mai alle corde l’undici di Andreazzoli.
La Roma riusciva non solo a coprire in modo efficace le avanzate dei bianconeri, ma in contropiede si rendeva pericolosissima, al punto da sfiorare ripetutamente il raddoppio. In una di queste ripartenze Osvaldo, che per tutto l’incontro ha corso a perdifiato dannandosi l’anima per i compagni, serviva un pallone d’oro a De Rossi, proveniente dalle retrovie, ma questi non trovava di meglio che ciccare la sfera mancando così un’occasione a dir poco clamorosa.
E’ stato un successo ampiamente meritato dai giallorossi, che hanno mostrato cuore e gambe molto di più di una Juventus apparsa forse in condizioni non brillantissime dopo la sfida di Champions. Inutile da parte dell’allenatore Conte nel dopopartita andare a recriminare sulla moltitudine di impegni affrontati in un arco di tempo ristretto da parte della sua squadra. Sono cose che si sanno bene da inizio stagione ed aggrapparsi a simili scuse, francamente non è molto signorile.
La Roma, dal canto suo, ha ottenuto nella serata più difficile la prima vittoria di questo 2013. Parliamo di campionato. Per la serie “meglio tardi che mai”.
La squadra è apparsa molto equilibrata, ha concesso pochissimo ad una “corazzata” come quella juventina, mentre davanti dopo un primo tempo un po’ bloccato sono state prodotte diverse occasioni da rete.
Ora, come spesso accaduto anche in passato, si tratta di vedere con quale continuità i capitolini riusciranno ad esprimersi su questi ottimi livelli. Inutile dire che a poco servirebbe l’esaltante vittoria contro la Juventus se non accompagnata da altri risultati positivi nelle prossime sfide. A partire da quella di Bergamo contro l’Atalanta di Domenica prossima. Campo tradizionalmente molto ostico.
Non possiamo esimerci dal complimentarci con la tifoseria giallorossa, come sempre eccezionale. Una curva Sud compatta ed autentica mattatrice, pronta a dare una mano ai propri beniamini, a maggior ragione in un momento della stagione così delicato.
Perché il tifoso della Roma è fatto così: magari ti manda a quel paese, se nota che il giocatore non ci ha messo l’impegno giusto.  Ma è disposta subito a perdonarlo, se vede che lo stesso giocatore vuole riscattarsi e ci mette l’anima in campo. L’amore dei tifosi romanisti per questa squadra è qualcosa di unico al mondo. Una passione viscerale, che va al di là di qualsiasi cosa. Perché il tifoso della Roma la maglia della propria squadra se la sente addosso, come una seconda pelle. E merita rispetto. Stavolta ai giocatori della Roma va un grande applauso, perché hanno incarnato sul rettangolo verde di gioco esattamente ciò che si aspettano i tifosi. Al di là del risultato, l’attaccamento alla maglia. Quello che ti fa ringraziare un giocatore a fine gara, con qualunque risultato si sia conclusa. Bentornata Roma.

4 commenti:

  1. Bella soddisfazione ieri sera, ero talmente preso dall'interesse della partita che non ho sentito nessuna scossa di terremoto, anzi, mia moglie allarmata è venuta ad avvertirmi dell'evento, ed io ho risposto" saranno le vibrazioni dei tifosi dopo il Gol di Totti.
    Grazie Roma

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  2. Ringrazio l'autore dei commenti ricorrenti sulle partite della Roma.
    Sono precisi ed obiettivi, molto più di quello che ci propinano i giornali o le radio.

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  3. Sono io a ringraziare Emanuele, più bel complimento non poteva farmi.

    Andrea Marta

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