martedì 26 febbraio 2013

Il socialismo africano secondo Julius Nyerere


Il fondamento del socialismo africano secondo Julius Nyerere: "il nostro primo passo, perciò, deve essere una specie di rieducazione di noi stessi, così da conquistare la nostra antica mentalità. Nella società africana tradizionale noi eravamo individui all'interno di una comunità. Ci curavamo della comunità e la comunità si curava di noi. Non si sentiva né la necessità né il desiderio di sfruttare il prossimo. Respingendo la mentalità capitalistica che il colonialismo ha esportato in Africa, dobbiamo rifiutare anche i metodi capitalistici che vi sono concessi. Uno di questi è la proprietà individuale della terra. Da noi in Africa la terra è sempre stata considerata proprietà delle comunità (...). Gli stranieri hanno introdotto un concetto totalmente diverso, il concetto della terra come bene commerciabile. Secondo questo sistema, una persona può rivendicare un pezzo di terra per sé, in proprietà personale, intenda o no usarla. Al limite uno può impossessarsi di alcuni ettari di terra, proclamarla "sua", e andarsene sulla luna (...). Un simile sistema non solo è completamente estraneo all'Africa, ma è radicalmente ingiusto"
La sua idea è quella di un socialismo "non allineato", basato su un'autentica indipendenza, sull'unità nazionale, su un'economia capace di sostenersi, sulla riduzione del divario tra poveri e ricchi, sull'accesso alla salute e all'istruzione per tutti: Un anno fa [1997] a Washington, alla Banca Mondiale, la prima cosa che mi chiesero fu: "Perché hai fallito?". Io risposi loro che l'impero britannico ci consegnò un paese con l'85% di analfabeti, due ingegneri e dodici medici. Quando lasciai la mia carica, gli analfabeti erano il 9% e c'erano migliaia di ingegneri e di medici. Quando, tredici anni fa, io lasciai, il reddito pro capite era il doppio di quello attuale, mentre oggi abbiamo un terzo di bambini in meno nelle scuole, e la sanità e i servizi sono in rovina. In questi tredici anni, la Tanzania ha fatto tutto quello che la Banca Mondiale e il Fondo Monetario Internazionale le hanno imposto di fare. Chiesi così loro: "Perché voi avete fallito?" 

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