mercoledì 2 gennaio 2013

Una grande lezione di vita

Qualche giorno fa ho avuto il piacere di incontrare un uomo di 87 anni, classe 1925, conosciuto da mio cognato in ospedale per caso: era solo e stava piangendo in preda al dolore perché aveva perso sua moglie, dopo 66 lunghi anni di vita assieme, dopo un calvario lungo 19 giorni, senza mai abbandonare la sua amata, giorno e notte.
Un uomo rimasto solo, senza fratelli e sorelle, con due figli lontani, che lo hanno lasciato solo e che non vede da un anno, ma che lui continua ad amare perchè sono il sangue del suo sangue.
Mio cognato gli è stato vicino, cercando di consolarlo e accompagnandolo al cimitero e anche se lontano più di 900 km lo chiama spesso al telefono.
Ho ascoltato con passione e emozione il racconto della sua vita.
Lui dorme tutte le sere con la foto della moglie accanto e abbiamo pranzato con la foto della sua compagna di una vita conservata in un antico portaritratti,  in uno scatto bellissimo dei suoi 18 anni.
Portando la moglie in ospedale e intuendo che forse sarebbe stato l'ultimo viaggio assieme voleva farla finita con lei, ma la moglie gli ha detto "non farlo, è peccato". 
Il suo più grande desiderio è di rivederla in una vita futura ma ha il terrore che non potrà mai essere così.
Il racconto della loro conoscenza ai tempi del fascismo è stato emozionante: conoscenza fatta tramite "pizzini" a scuola, senza potersi mai incontrare, richieste della mano della futura moglie fatte ad un padre gerarca fascista e "fuitina" dopo una messa domenicale per coronare il loro amore.
La voglia di ricordare la moglie con il vestito in pizzo rosa con cui facevano le gare di ballo, mentre le pompe funebri senza coinvolgerlo, hanno vestito la moglie con la tuta con cui era arrivata in ospedale, senza alcun rispetto.
La volontà di condividere con semplici conoscenti la sua vita, la foto dei suoi cari e il dvd con le immagini originali dello sbarco in Sicilia del 10 luglio 1943 (come cimelio prezioso).
Questo incontro mi ha portato a riflettere sulle condizioni degli anziani. 
Li trattiamo male, per lo più con indifferenza; abbiamo sempre meno rispetto nei loro confronti.
Sono sempre più numerosi e si trovano ad affrontare da soli le molteplici carenze assistenziali, economiche e affettive che la nostra società non ha saputo affrontare.
Fino a pochi decenni fa gli anziani vivevano nell'ambiente familiare per tutta la vita, mentre oggi i più fortunati vengono accolti in case di riposo. 
Questo radicale mutamento è il frutto dei tempi, di una società, che vinta dal ritmo del successo e dal superamento dei valori passati, trascura quelli più tradizionali.
Si pensi che nella lontana Cina è stata approvata una legge che impone ai familiari di far visita regolare ai parenti più anziani. 
La legge, approvata dal Congresso del Popolo, fa parte di un pacchetto di emendamenti alla legislazione per la tutela dei diritti e gli interessi delle persone anziane, ed entrerà in vigore il primo luglio 2013. 
"I componenti della famiglie che vivono lontano dagli anziani dovranno visitarli spesso", recita la normativa, aggiungendo che "i datori di lavoro dovranno garantire il permesso". 
Meditiamo.

1 commento:

  1. Il rispetto per gli anziani deve essere la prima regola. nelle tribù africane il loro culto è importante perchè rappresentano la memoria storica. Mi piace molto questo post

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