La gara contro il Bologna di Pioli rappresentava l’ennesimo crocevia per i giallorossi, soprattutto dopo le dichiarazioni di Zeman nella consueta conferenza stampa prepartita.
Serviva una prova di carattere, malgrado le assenze forzate di Lamela (squalificato) e Destro (operato al menisco) cui si aggiungeva anche quella di Marquinhos tra i titolari della linea difensiva.
Ne è uscita una partita in cui è successo davvero di tutto: 3 reti per parte e tantissime occasioni non concretizzate da ambedue le formazioni. Nel finale, rimontato lo svantaggio la Roma avrebbe potuto addirittura ottenere i 3 punti. Ma allo stesso tempo ha rischiato anche di perdere, con due legni clamorosi colti dal solito Diamanti, puntualmente autore di una prestazione sontuosa quando davanti si ritrova i giallorossi.
La caratteristica saliente del match contro i Felsinei è stata quella di una Roma dotata di scarso equilibrio. A fronte di una fase offensiva che al di là delle 3 reti all’attivo ha come spesso accade prodotto in modo più che sufficiente, la difesa ha ballato in continuazione. Ogni qualvolta i rossoblu locali varcavano la linea di centrocampo la porta romanista correva pericoli, complice un atteggiamento piuttosto discutibile in cui venivano concessi ai bolognesi degli spazi inspiegabili. Chiaro che in una simile situazione gente come Diamanti andasse letteralmente a nozze.
Così, andata per ben due volte in vantaggio, rispettivamente con Florenzi ed Osvaldo, la Roma si faceva rimontare dal Bologna, con Gilardino e Gabbiadini. In maniera particolare sul secondo pareggio più di qualche responsabilità gravava su Burdisso (che consentiva a Gabbiadini di girarsi e scoccare il tiro) e Goigoechea, che non riusciva ad intervenire su una conclusione apparsa non irresistibile.
Non solo: nella ripresa, al termine di una uscita incerta dell’estremo difensore giallorosso, Pasquato riusciva a mettere a segno la rete del sorpasso. Era la trentottesima subita dalla compagine di Zeman in questo campionato. Soltanto il Pescara ha fin qui fatto peggio, dato davvero impietoso.
Nel finale la Roma un po’ a sorpresa tornava alla carica e sfruttando un lancio su punizione del capitàno Francesco Totti Tachtsidis riusciva nell’incornata vincente: 3-3 e palla di nuovo al centro.
A quel punto come dicevamo addirittura la squadra sembrava avere le energie necessarie per ritrovare il vantaggio. Vantaggio sfiorato clamorosamente con Osvaldo, che tuttavia a pochi passi da Agliardi anziché servire di testa Marquinho che tutto solo avrebbe potuto comodamente depositare nella porta sguarnita si faceva respingere la conclusione di testa dal portiere felsineo.
Ma pochi minuti più tardi era Diamanti ad avere la chance di castigare gli uomini di Zeman, per ben due volte. Prima con una conclusione portentosa da fuori area, poi con una magistrale pennellata su calcio di punizione, erano i legni a salvare la Roma.
Un pirotecnico pareggio che aggiunge ben poco al delicatissimo momento dei giallorossi, ormai ben lontani dalla Champions e superati già Domenica scorsa dal Milan. Al punto che se il campionato dovesse concludersi oggi, si starebbe fuori anche dall’Europa League.
Una situazione abbastanza compromessa, visto e considerato che la coppa Italia resta attualmente l’unico obiettivo concreto ancora raggiungibile dalla Roma. Ma con una difficile semifinale di ritorno ancora da disputare in casa dell’Inter nel lontano Aprile.
Il clima appare rovente, con Zeman sempre di più nell’occhio del ciclone. Anche per le sue dichiarazioni rilasciate nell’immediata vigilia del match di Bologna, in cui ha tirato in ballo e la società e i giocatori.
Si attendono risposte chiare nei prossimi giorni da parte dello staff dirigenziale, quantomeno nel pronunciarsi su diverse vicende. E’ chiaro che così non si possa andare avanti, con posizioni che di giorno in giorno sembrano sempre più divergenti tra società, tecnico e giocatori.
Nessuno, neanche il più pessimista tra i tifosi, avrebbe immaginato di far peggio rispetto agli “orrori” della scorsa stagione. Sono troppe le cose a non girare per il verso giusto, al di là dei risultati mediocri ottenuti sul campo. Servirebbe una “sterzata” in grado di dare una scossa all’intero ambiente, in modo da remare tutti uniti per una degna conclusione di stagione. Facile a dirsi, un po’ meno ad attuarsi. La parola adesso passa a chi ha il potere decisionale.
direi che siamo davanti ad un fallimento. Zeman non serve a nulla (d'altrone, a 65 anni non ha into nulla), e lo sapevamo già dal 1998. Quindi, bocciatura su tutta la linea. ma se ne deve andare anche chi ce lo ha messo, cioè quel genio di Baldini che è colpevole di averci fatto sprecare un altro anno e altri soldi.
RispondiEliminaConcordo con te andrea martire. Ma la dirigenza della Roma è imbarazzante. Forza Roma dal cuore
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