lunedì 7 gennaio 2013

Roma "lacrime napulitane" di Andrea Marta

Peggior modo per iniziare il 2013 la Roma non poteva sceglierlo.
La gara contro il Napoli, specialmente alla luce dei risultati delle altre pretendenti alla zona Champions, era una ghiotta occasione per fare il "salto" definitivo. Ma, come spesso accade, la Roma si mostra incapace a cogliere determinate occasioni. E così gli uomini di Zeman sono usciti con le ossa rotte dal S.Paolo, regalando ai tifosi giallorossi un'Epifania ricca di carbone.
Forse il risultato finale di 4-1 per gli azzurri del rilanciato Mazzarri è un po' severo nei confronti della Roma.
Diciamo subito che in fase offensiva Totti e compagni hanno prodotto come sono soliti fare, sbagliando però troppo e per assurdo l'unico elemento (goal a parte) che si è salvato è stato proprio Osvaldo, che ironia della sorte colpito da sindrome influenzale aveva disertato la tournee americana.
Decisamente da incubo la serata invece per la difesa, che dopo qualche minuto già si è fatta cogliere impreparata con una classica "imbucata" centrale: Pandev in verticale pescava Cavani, il quale penetrava nel pacchetto arretrato romanista come una "lama nel burro" e non ci pensava due volte a trafiggere con un magistrale tocco di esterno destro Goigoechea.
Di sicuro l'assenza di Marquinhos, rivelatosi fin qui il difensore di gran lunga più importante della Roma pesava parecchio, ma è stato davvero un "suicidio" esporsi al contropiede napoletano.
D'altronde anche un bimbo di due anni sa che se c'è una cosa in cui il Napoli eccelle è proprio l'abitudine a chiudersi per poi ripartire colpendo in modo micidiale con le sue frecce. Una in particolare, quel Cavani che può esser ritenuto senza dubbio il miglior "cecchino" del campionato italiano.
E il "Matador", purtroppo per la Roma, non si è fermato al goal dell'1-0.
Va detto ad onor di cronaca che dopo una partenza molto lanciata dei partenopei, sul piano dell'intensità e dell'aggressività, nel primo tempo i giallorossi sono gradualmente saliti di tono, arrivando ad impensierire diverse volte De Sanctis, senza tuttavia trovare la via della rete. Una Roma comunque dignitosa, che dopo la sbandata subita nello svantaggio iniziale mostrava segni di ripresa, sino a sfiorare il pari.
Tutto lasciava presagire un secondo tempo di tutt'altra tipologia.
Invece ancora una volta Cavani, nel cuore dell'area giallorossa, con un guizzo felino riusciva a girarsi e calciando in modo "sporco" regalava il raddoppio al Napoli. Una rete che gelava la Roma e spalancava le porte del baratro. Sin lì neanche si poteva dire che come prova di squadra gli azzurri avessero disputato una prova corale magistrale. Più che altro era stato l'attaccante uruguayano a fare la differenza.
Ma nel calcio si sa, potrà apparire un luogo comune ma ciò che conta essenzialmente è buttare la palla dentro la porta avversaria. Ed in questo Cavani è a dir poco eccezionale. Un'autentica "macchina da goal": ogni tiro una rete. E così la Roma affondava.
Incassato il doppio svantaggio praticamente in avvio di ripresa, i giallorossi avrebbero dovuto segnare molto presto per poter riaccendere le speranze. E invece il goal non è arrivato, a testimonianza della serata no degli attaccanti giallorossi. Non sono mancate le occasioni, questo va ripetuto. E' stata carente la precisione sotto porta. E come tutte le serate negative che si rispettano, è arrivata la "ciliegina sulla torta".
Addirittura il "tris" di Cavani, stavolta con un colpo di testa sugli sviluppi di un calcio d'angolo. Ed un'uscita maldestra di Goigoechea. Tre a zero e pubblico partenopeo in bisibilio, dopo un ultimo periodo di certo non sfavillante.
Osvaldo ha rivelato Destro, purtroppo non dimostratosi all'altezza della situazione, e dopo pochi minuti ha prontamente trovato la via del goal. Il paradosso è che nello scampolo di partita giocato proprio Osvaldo, non unitosi ai compagni della tournee statunitense di fine anno per noti problemi gastro-intestinali, è apparso il più brillante dei suoi.
Purtroppo "la rete della bandiera" non ha però riaperto i giochi per la Roma. Poco dopo Pjanic ha rimediato un secondo "giallo" per un'entrata scomposta, così è stato costretto a lasciare i suoi compagni in inferiorità numerica per lo scampolo finale di partita.
Il Napoli non si è fatto pregare e ha continuato ad affondare senza pietà in contropiede. Nelle praterie sconfinate messe a disposizione, nell'occasione davvero in troppe circostanze, dagli uomini di Zeman. Così dagli e dagli è arrivata pure la "mazzata" finale, con Maggio. Quattro a uno a tanti saluti.
Una caduta davvero rovinosa per i giallorossi, che vanifica in buona parte tutto ciò che di positivo avevano costruito in questo ultimo mese e mezzo.
Dal punto di vista della costruzione del gioco e della creazione di occasioni da rete la squadra non ha demeritato. Ma come più volte sottolineato ha fallito troppo. Non è stata una serata brillante per diversi elementi: Destro, Totti, lo stesso Lamela. Bradley, arrivato più volte al tiro, sul 2-0 a calciato a lato in modo inspiegabile. Tanto per citare un esempio.
Ciò che è mancata è stata più che altro la fase difensiva. La Roma era orfana di Marquinhos, ma questo non può bastare a spiegare una prova disastrosa, in cui già dopo pochi minuti ci si è fatti sorprendere centralmente con una ripartenza in verticale degli uomini di Mazzarri. E poi per il resto della partita la squadra troppo spesso si è fatta sorprendere negli spazi, concedendo metri di campo in modo gratuito. E spianando così la strada al Napoli che, come già detto, ha nel contropiede la sua arma migliore.
Davvero un peccato, anche perché nell'ultimo periodo la squadra di Zeman aveva mostrato segnali di miglioramento anche per quanto concerne la difesa. Concedendo decisamente meno rispetto a quanto fatto in passato. Diciamo che in occasione della gara del S.Paolo la Roma ha fatto non uno, ma due passi indietro.
Ora bisognerà reagire immediatamente a questa cocente sconfitta, a partire da Domenica prossima dove ci sarà un altro confronto molto delicato e tradizionalmente ostico per la Roma: a Catania.
Tornerà Marquinhos, reduce dalla squalifica. E questa per una difesa così in difficoltà è senza dubbio un'ottima notizia. Però i giallorossi dovranno fare a meno di Pjanic, espulso al S.Paolo.
Per ora la Roma ha chiuso il girone di andata con 32 punti, frutto di 10 vittorie, 2 pari e ben 7 sconfitte.
Una delle difese più battute del torneo. Serve maggior equilibrio, se si vogliono continuare a coltivare speranze di vertice. In questo modo non si va lontano. Non è possibile esser costretti sempre a segnare almeno 3 o 4 reti per andare a punti. I tifosi si attendono una continuità che fin qui purtroppo la Roma non ha dimostrato. C'è tutto un girone di ritorno, nulla è perduto. Tanto più che il campionato, visti i risultati delle altre, ci sta aspettando. E allora, iniziamo tutti insieme un altro campionato.

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