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“Avevamo un cuore solo e un’anima sola e
nessuno diceva sua proprietà quello che gli apparteneva, ma ogni cosa era fra
loro comune”. Sono le parole,
riprese dagli Atti degli Apostoli, usate da Julius Nyerere per un biglietto di
auguri inviato ai capi di Stato nel 1977. Parole che rivelano il suo sogno di
una società solidale ispirato dalla fede cristiana.
Leggevo in uno
scritto di Padre Bernard Joinet, missionario dei padri bianchi in Tanzania, che
Nyerere è da considerarsi un esempio universale per tre ordine di motivi.
Il primo è dato dai
rapporti che ha saputo tenere con la religione islamica e le altre religioni.
Ha saputo far coesistere in maniera pacifica nel suo partito musulmani e
cristiani. Questa pace si è mantenuta anche in tutto il Paese.
In secondo luogo
perche' Nyerere è sempre stato convinto che il potere politico era la chiave
dell’indipendenza e della costruzione di una società egualitaria. Occorreva
assolutamente conquistarlo e mantenerlo. Ma la sua caratteristica e'stata quella
di cederlo non appena i suoi mandati presidenziali erano pervenuti a regolare
scadenza resistendo all’enorme pressione del popolo che non voleva privarsi del
suo Padre fondatore dopo l'indipendenza coloniale.
Il terzo motivo è
il suo distacco dal Dio denaro. Indossava sempre abiti semplici. Risiedeva in
una villetta in riva al mare e la moglie, faceva personalmente la cucina e non
ha fatto erigere un palazzo presidenziale. La sua famiglia non ha goduto di
alcun privilegio.
Nyerere e'stato
fedele durante tutto il suo mandato di presidente della Tanzania a tre
principi:
a) il rispetto per
la persona umana e il rifiuto di ogni discriminazione, soprattutto razziale;
b) la promozione
dell’uguaglianza tra uomini, gruppi e nazioni;
c) il
riconoscimento a tutta la popolazione dell’accesso alla terra.
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