mercoledì 9 gennaio 2013

Il ritorno dell' aquila, la Lazio in libreria con un nuovo libro di Stefano Cieri, giornalista della Gazzetta dello sport

La rinascita societaria e quella tecnica. I segreti dei nuovi campioni e le abitudini dell’aquila Olympia, la mascotte della squadra. 
C’è tutto il mondo della nuova Lazio, quella targata Lotito, nel “Ritorno dell’Aquila”, il libro scritto dal giornalista della Gazzetta dello Sport Stefano Cieri ed edito da Limina. 
Il volume analizza le diverse fasi della ricostruzione di un club e di una squadra che era arrivata sull’orlo del baratro dopo l’epoca di Cragnotti. Quella dei grandi trionfi e dei debiti ancor più grandi.

Il racconto parte proprio da questa prima ricostruzione, prettamente economica, operata dal presidente Lotito nell’arco di un quinquennio. Si passa poi alla storia più recente, quella degli ultimi anni, che ha visto la rinascita tecnica della squadra biancoceleste, iniziata nel corso dei due anni della gestione Reja e che sta proseguendo quest'anno sotto la guida del nuovo tecnico Petkovic. Con una squadra ripresa due anni e mezzo fa per i capelli da una retrocessione in serie B ormai quasi sicura e portata nel giro di pochi mesi a sedere nuovamente al tavolo delle grandi. E poi ci sono le storie calcistiche e personali dei nuovi idoli della tifoseria laziale: Hernanes e Klose su tutti. Personaggi diversissimi tra loro, per cultura, estrazione ed approccio alla vita e alla professione. Accomunati adesso dagli stessi colori e da un obiettivo comune: riportare la Lazio ancora più in alto. 
La parte finale del libro è dedicata a Olympia, l’aquila che da un paio d'anni a questa parte è diventata parte integrante della squadra. Vive a Fornello con i giocatori e vola all’Olimpico prima di ogni partita. E’ diventata l’immagine di un club che vuole tornare a volare come il suo simbolo.

Il ritorno dell'Aquila, di Stefano Cieri, Limina, 140 pagg. 15 €

Il primo volo non è stilisticamente perfetto, ma evidentemente anche i rapaci pagano lo scotto dell’emozione della prima volta. L’aquila comunque completa due dei tre giri previsti, quindi si posa sul terreno di gioco, quasi a volerlo testare. Poi si rialza e termina la sua corsa sul trespolo appositamente preparato per lei al centro del campo. La gente laziale impazzisce di gioia. Si sprecano i flash delle foto, gli ooooooh di ammirazione, ma anche e soprattutto le lacrime di commozione. Sì, c’è molta gente che piange e che non si vergogna di farlo. Vedere finalmente in volo quel simbolo di libertà e fierezza, quell’aquila che così bene identifica le gesta e la storia della società sono un’emozione troppo forte che non può essere tenuta dentro. E allora è giusto esprimerla senza remore e senza censure. Ed è appunto ciò che fanno i 50 mila dell’Olimpico.

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