"Fair play" vuol dire "gioco leale".
Il principio alla base è che chi gioca lealmente è sempre vincitore.
Questo vuol dire rispetto delle regole e dell'avversario, essere in grado di accettare i propri limiti, correlare sempre i risultati sportivi all'impegno, senza aiuti artificiali, capacità di affrontare la frustrazione della sconfitta.
"Essere sportivi", nell'agonismo come nella vita, ha proprio questa accezione. Saper perdere, è un insegnamento esistenziale importante, pressocchè scomparso da ogni ambito educativo sin dalla prima infanzia.
Gli atleti sono modelli per i giovani che si avvicinano allo sport ed hanno dunque una grande responsabilità.
Esempio di fair play e di modello per i giovani, è stato il gesto ammirevole di uno sconosciuto (ai non addetti ai lavori) mezzofondista spagnolo. Una vicenda particolare accaduta durante un'importante gara di cross a Vitoria-Gasteiz, capitale della regione autonona franco iberica del Basque.
Il campione keniano Abel Mutai, medaglia di bronzo nei 3000 siepi alle Olimpiadi di Londra, è in procinto di tagliare per primo il traguardo, ma a pochi metri dal traguardo rallenta fin quasi a fermarsi, convinto di essere già arrivato. Ma non è così e infatti poco dopo, lo spagnolo Ivan Fernandez Anaya, sopraggiunge alle sue spalle e potrebbe superarlo e vincere. A questo punto accade l'impensabile: l'atleta spagnolo rifiuta sportivamente la clamorosa vittoria e spinge il distratto campione kenyano indicandogli il traguardo. I due arrivano uno dietro l'altro e Mutai taglia per primo il traguardo. Il gesto di onestà sportiva è stato riportato da tutte le pagine dei quotidiani spagnoli e non solo.
La verità è che a vincere non è stato solo Mutai ma anche e sopratutto Fernandenz Anaya.
Complimenti di cuore!
Purtroppo Andrea nella vita è raro trovare esempi del genere.
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