Se un extraterrestre fosse sceso all' "Adriatico" di Pescara oggi pomeriggio e avesse dato un'occhiata agli ultimi 10 minuti della partita disputata tra Pescara e Roma, si sarebbe stropicciato gli occhi.
Anche Zdenek Zeman, spesso tacciato di un'ossessiva intransigenza tattica e fedeltà assoluta al suo inossidabile 4-3-3, ha capito che era il momento più che altro di tener botta, per non aver saputo chiudere come avrebbe dovuto prima la partita, nel corso dei precedenti 80 minuti di gioco.
E così, usciti Destro (match-winner) ed uno spento Osvaldo, la Roma si è ritrovata a giocare nel finale con l'intramontabile Totti unico riferimento offensivo, con Marquinho a supporto. Diciamo subito che i giallorossi hanno raccolto un meritato successo, in un'altra giornata in cui era il risultato ciò che contava di più. Se non altro, per dare continuità alla preziosissima vittoria ottenuta nel "Monday night" scorso all'Olimpico contro il Torino di Ventura.
I tre punti sono dunque nuovamente arrivati, a fronte di una prestazione però non esaltante, specie per quanto riguarda la fase offensiva, dove la squadra ha creato sì occasioni, ma meno del solito.
La Roma è stata protagonista di un avvio incoraggiante, prendendo da subito l'iniziativa. Ed ha anche trovato molto presto il vantaggio: al 5° minuto fucilata di Totti, su punizione, da posizione piuttosto distante dalla porta e defilata. Tanto per intenderci lato Tevere, se fossimo stati all'Olimpico.
Perin, estremo difensore abruzzese, ha respinto in modo difettoso, complice a dire il vero un rimbalzo del pallone proprio in prossimità della porta, e Destro da due passi è stato il più lesto a ribadire in rete: 0-1 e gara sbloccata.
Roma aggressiva al punto giusto e che pressava alta, con Marquinhos in grado
di confermare il suo ottimo stato di forma (ormai una certezza per il reparto arretrato, nonostante la
sua giovanissima età) e Bradley mossa azzeccata da Zeman, così del resto come contro il Torino, dato che la sua posizione da centrale di centrocampo davanti alla difesa sembrava garantire alla squadra quell'equilibrio da tempo cercato.
Eppure, anche di fronte ad un Pescara abbastanza in disarmo ed apparso completamente privo di idee per provare almeno a riprendere la partita, i giallorossi hanno avuto il torto di non affondare i colpi con sufficiente "cattiveria". La qual cosa è stata poi anche motivo di autocritica da parte dello stesso Zeman nel corso della
conferenza post-match. Da annotare poco dopo la mezz'ora un cross pennellato di Totti per la testa di
Destro, con Perin che nella circostanza si è superato ed ha sventato in angolo un raddoppio della Roma ormai certo.
Ma nel complesso l'impressione emersa durante i primi 45 minuti è stata quella di una Roma che dopo il quasi immediato vantaggio si è un pò accontentata, limitandosi a controllare più che impegnarsi in modo deciso a cercare il 2° goal che avrebbe probabilmente steso definitivamente gli avversari.
In avvio di ripresa, quasi a voler correggere prontamente i difetti evidenziati nella prima frazione di gioco, i giallorossi sono nuovamente partiti a spron battuto, mostrandosi convincenti e decisi a bissare la rete messa a segno da Destro.
Ma il raddoppio non è arrivato: lo stesso Destro è stato l'uomo sui cui piedi sono arrivate quasi tutte le opportunità che la Roma ha costruito. Molto bravo in occasione del goal del vantaggio, l'attaccante originario di Ascoli Piceno si è battuto in modo gagliardo, oltretutto in un ruolo (quello di esterno destro nel tridente zemaniano) a lui non particolarmente gradito; ha corso, ha lottato, si è dannato l'anima. Peccato soltanto che come detto non sia riuscito ad andare a segno ancora, perchè l'avrebbe senz'altro meritato per la generosità della sua prestazione.
Chi ha deluso e non poco del reparto avanzato è stato Osvaldo, apparso in ombra e molto meno mobile rispetto a Destro.
Fortuna che il capitàno Francesco Totti, la cui forma fisica a dispetto della carta d'identità lascia quasi pensare ad un "elisir di giovinezza", ha preso per mano la squadra nel 2° tempo, conservando specialmente nei minuti finali il controllo del pallone e conducendo i compagni ad un successo davvero importante.
La scarsa brillantezza della fase offensiva non ha dunque consentito alla Roma di chiudere una partita ampiamente alla portata, non fosse altro per la scarsa consistenza tecnica degli uomini del neo-allenatore Bergodi (per lui oggi praticamente un derby, visti i suoi trascorsi calcistici).
E così, come spesso accade nel calcio, ciò che sembrava abbastanza scontato, non lo è più stato.
E' bastato l'ingresso di Weiss, subentrato allo spento Quintero, per ridare speranze al Pescara: abruzzesi rivitalizzati dal fatto di essere malgrado tutto ancora nelle condizioni di poter riprendere il match per i capelli, manovra più vivace, pubblico che ha ripreso coraggio.
In realtà, è bene questo sottolinearlo, fatta eccezione per un paio di potenziali pericoli nel finale di gara (su tutti il pericolosissimo tentativo di Abbruscato prontamente rintuzzato da Piris) la Roma non è andata mai in sofferenza. Ed è questo un dato da considerare con soddisfazione: proprio la fase difensiva, oggetto di critiche feroci e per certi versi più che legittime, visto che la media dei goals subiti dalla Roma aveva superato le 2 reti a partita, è parsa più affidabile nelle due ultime uscite, contro Torino e Pescara.
Di certo non c'è da esaltarsi, soprattutto gli avversari odierni non potevano almeno sulla carta (con appena 9 reti all'attivo il peggior attacco del torneo) costituire un ostacolo insormontabile, anche per una Roma ancora alla ricerca dei suoi equilibri.
Ma tre punti dovevano essere e tre punti sono arrivati. Era questo, in fondo, l'obiettivo minimo da raggiungere. Un successo che consente agli uomini di Zeman di trovare un minimo di serenità, dopo un avvio di stagione caratterizzato da alti e bassi ed accompagnato da polemiche piuttosto roventi.
Per il tecnico boemo, poi, si è trattato quasi di una "partita nella partita", visto che è tornato nel palcoscenico dove l'anno scorso, dopo la bellezza di quasi 20 anni, è riuscito nell'impresa di riportare la compagine abruzzese nella massima serie.
E' bello pensare che anche in un mondo sempre più in balia di soldi, riflettori e telecamere, ci sia ancora spazio per il cuore. Quello stesso cuore che oggi sarà sicuramente battuto forte nel petto di Zeman e dei tifosi del Pescara, nel momento di scendere in campo. Ritrovandosi, seppur da avversari, dopo aver vissuto insieme una favola indimenticabile.
La Roma, nel frattempo, per la prima volta in questo campionato è riuscita a mantenere imbattuta la propria porta per due gare consecutive. E' sicuramente un segnale incoraggiante, anche se la strada è ancora lunga e nessuno si deve illudere che tutti i problemi siano risolti. Ma da sempre, lo si sa, nel calcio le vittorie costituiscono la "medicina migliore" per andare avanti e guardare con fiducia al futuro.
Quello stesso futuro che ora riserverà ai giallorossi un'altra trasferta insidiosissima e che per tradizione ha presentato da sempre grandi difficoltà: quella di Siena.
Dove ad aspettarci ci sarà il "romanista" Serse Cosmi. Servirà una Roma da "battaglia" per strappare dal Franchi un risultato positivo.
Zeman ed i suoi uomini, sono avvisati.
Andrea Marta
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