Con la chiusura del diciottesimo congresso del Partito Comunista cinese, gran parte degli attori che hanno dominato la politica cinese negli ultimi anni, scompaiono definitivamente dalla scena politica.
Cambiano il Presidente e il Primo Ministro, ma non solo, anche i principali responsabili della difesa, della sicurezza, dell'economia e della politica estera.
Con la nuova classe dirigente, siamo di fronte ad una nuova Cina, che dovra' spingere l'acceleratore sulla politica delle riforme.
I grandi nomi del partito comunista che escono, lasciano un'eredità invidiabile (e allo stesso tempo dei risultati difficilmente ripetibili), con una crescita economica che non ha precedenti, un'industria che domina in tutti i mercati, un progresso senza precedenti nella ricerca e sviluppo e, infine, un ruolo da protagonista nella politica mondiale.
Sul tavolo vengono lasciati tanti "open point", tra i quali l'immensa disparità fra città e campagna e fra le diverse regioni del paese. Una distanza che colloca dal punto di vista "definitorio", la Cina tra i paesi in via di sviluppo.
I nuovi governanti non dovranno tuttavia affrontare solo questi problemi ma anche un rallentamento della crescita molto più serio di quello che si prevedeva fino a qualche tempo fa (anche se razionalmente era impossibile pensare che lo Stato nativo di Mao, potesse restare immune dalle conseguenze della grande crisi).
Il compito dei futuri dirigenti non sarà quindi facile perché ci si trova di fronte ad una società in trasformazione che diventa sempre più esigente nei confronti della classe dirigente anche perché, in presenza dei nuovi mezzi di informazione, è più difficile nasconderne comportamenti "non consoni" . I decenni nei quali l'economia cresceva del 10% l'anno sono alle spalle? No perché molti osservatori, pensano che lo sviluppo
possa essere superiore al 7%. Una crescita ancora sufficiente per procedere con una politica di riforme di cui la Cina ha necessità, se vuole proseguire nella via dello sviluppo.
I primi punti nell'agenda dovranno essere: il nodo del rallentamento dell'economia frenata dalla crisi europea e la lotta alla corruzione dei dirigenti. In bocca al lupo!
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